Donald Trump è stato giudicato colpevole per la falsificazione di documenti finanziari per nascondere un pagamento di 130 mila dollari alla pornostar Stormy Daniels affinché lei non rivelasse la relazione. Un pagamento che sarebbe avvenuto attingendo ai fondi della campagna elettorale
Trump diventa il primo ex presidente americano condannato in un processo penale e anche il primo candidato presidenziale a correre come pregiudicato, uno status che comunque non gli impedisce di essere eletto. L’interdizione dai pubblici uffici scatta solo all’ultimo grado di giudizio. La condanna, che sarà stabilita in un’udienza successiva, può variare da un massimo di 4 anni di carcere alla messa in prova sino ad una multa.
Il vero rischio per Trump: il voto femminile
Il processo riguardava non la scandalosa notte di sesso con Stormy Daniels, ma la frode contabile ed elettorale per nascondere agli elettori la scappatella con la pornostar. Ma nell’immaginario collettivo resta la descrizione salace e imbarazzante di quella serata fugace in una suite d’albergo durante il torneo di golf a Lake Tahoe.
Trump sarebbe prima stato deriso dall’attrice hard per il suo pigiama da Hefner (il fondatore di Playboy) e sculacciato con la rivista dove si era appena vantato di essere in copertina, prima di consumare “nella posizione del missionario” il tradimento di Melania, all’epoca in dolce attesa di Barron.
Non l’unico pare, come dimostra l’altro affair quasi contemporaneo evocato in aula con la coniglietta di Playboy Karen McDougal. Un reato morale, prima di tutto, in contrasto con i valori della destra evangelica che sostiene The Donald, tutta casa, chiesa e famiglia. La rivelazione della storia, come ha testimoniato il suo ex fixer Michael Cohen, avrebbe avuto un impatto “catastrofico” per la candidatura del tycoon.
Trump ha sempre avuto un problema con le donne, per il suo atteggiamento machista, sessista, misogino. Quelle che non gli piacevano le chiamava “grosse scrofe e animali disgustosi”. Stormy è diventata “horseface”, faccia da cavallo. La sua ex rivale alla Casa Bianca Nikky Haley “birdbrain”, “cervello di gallina”. All’anchor di Fox News Megyn Kelly, che nel primo dibattito presidenziale del 2016 lo incalzò sul suo sessismo, disse che grondava sangue “dagli occhi e non solo”, una volgarissima allusione al ciclo mestruale. Si sprecano le offese alla scrittrice Jean Carroll, il cui processo per diffamazione (per aver negato di averla abusata) ha contribuito a fargli perdere terreno tra le donne.
Trump faticherà in novembre col voto femminile: lo dicono anche esperti e sondaggi. Nel 2016, secondo un’analisi del Pew Research Center, Trump conquistò il 39% delle donne, percentuale salita al 44% nel 2020 mentre Joe Biden ottenne il 55% del sostegno femminile. Ma, stando ad una rilevazione della Quinnipiac University, il tycoon ora ha il 36% delle donne, contro il 58% di Biden. Melania del resto si è defilata dalla campagna e non lo aiuta. Per questo non si esclude una vice donna. Altrimenti the Donald deve confidare nella memoria corta di un Paese sempre meno puritano, che ha perdonato e rieletto anche Bill Clinton dopo lo scandalo Lewinsky.
Fonte : Today