AGI – Il gup di Roma ha rinviato a giudizio tre carabinieri in relazione alla morte di Stefano Cucchi, rispetto a quanto riferito nell’ambito del processo sul depistaggi. Imputati sono il maresciallo Maurizio Bertolino, il capitano Prospero Fortunato e il maresciallo Giuseppe Perri.
Il processo a loro carico comincerà il 25 settembre prossimo davanti al giudice monocratico dell’VIII sezione. Rispetto alla decisione di oggi, che ha portato al rinvio a giudizio dei tre carabinieri, per un cosiddetto ‘Cucchi ter’, si ricorda che Bertolino avrebbe mentito ai suoi superiori. In particolare – secondo l’imputazione -, nel 2021 avrebbe detto di non sapere nulla dell’esistenza, nella stazione dei carabinieri di Tor Sapienza, di un raccoglitore con atti relativi al caso Cucchi. Fatto che invece gli era stato confermato da un collega. Poi, in aula, dopo aver ammesso di essere a conoscenza del dossier, avrebbe falsamente affermato di aver comunicato tutto ai suoi superiori. Il capitano Prospero in servizio al nucleo radiomobile di Roma, avrebbe scritto il falso nel ‘Memoriale di servizio’ del 2 novembre 2018 indicando che un maresciallo e un vice brigadiere, del suo reparto, erano impegnati in altri servizi esterni, mentre l’uno era stato sentito negli uffici della questura e l’altro lo aveva accompagnato.
Secondo la richiesta di rinvio a giudizio, di fatto accolta dal giudice Ciranna, il maresciallo Perri, del nucleo radiomobile di Roma, poi, sentito come testimone in aula, avrebbe mentito negando di aver chiesto ai poliziotti di assistere all’interrogatorio in questura del collega che aveva accompagnato. I reati contestati a carico dei tre carabinieri sono, a vario titolo, quelli di depistaggio e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Nel procedimento il ministero della difesa è responsabile civile mentre tra le parti civili c’è anche Riccardo Casamassima, uno dei supertesti che con coraggio riusci’ a raccontare quello che aveva visto, contribuendo in sostanza ad accertare la verità sul pestaggio subito da Cucchi in caserma. Parti civili anche l’associazione Cittadinanzattiva, con l’avvocato Stefano Maccioni; il Partito per la tutela dei diritti dei militari; i tre agenti della penitenziaria che erano stati accusati nel primo processo e che poi sono stati assolti.
Fonte : Agi