Via libera alla riforma della Giustizia: “Csm non più lottizzato da correnti politiche prevalentemente di sinistra”

Approvata la riforma della giustizia in una riunione lampo del Consiglio dei ministri durata appena venti minuti. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, lo definisce un “provvedimento epocale” che si articola su tre principi fondamentali: il primo è la separazione carriere, gli altri sono la composizione e la elezione del Csm. Ma in concreto cosa cambia?

Il Cdm approva la riforma della giustizia: cosa cambia

Approvato dal Consiglio dei ministri il disegno di legge costituzionale di riforma dell’ordinamento giudiziario, che prevede la separazione delle carriere, il doppio Csm e l’Alta Corte di giustizia disciplinare. Nella conferenza stampa che si è tenuta dopo il Cdm il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha dichiarato che con questa riforma “il pm resta assolutamente indipendente dal potere esecutivo, godrà delle stesse garanzie di indipendenza dei giudici”.

Via libera alla creazione di due distinti Consigli superiori, uno per la magistratura giudicante e uno per la magistratura requirente. “La norma preserva integre le attuali funzioni del presidente della Repubblica, a cui viene dunque attribuita la presidenza sia del Consiglio superiore della magistratura giudicante sia del Consiglio superiore della magistratura requirente”. Il numero dei togati rappresentanti delle magistrature giudicante e requirente verrà deciso dal legislatore ordinario mentre la scelta dei componenti avverrà mediante “sorteggio fra tutti i magistrati appartenenti alle rispettive categorie”. Dietro a questa decisione la “considerazione che l’autogoverno deve costituire patrimonio fondamentale di ogni magistrato e dell’esigenza di assicurare il superamento di logiche di competizione elettorale che hanno offerto cattiva prova di sé”.

Istituita una Corte disciplinare per tutte le magistrature

Via libera anche all’Alta Corte come organo disciplinare dei magistrati, al quale assegnare la giurisdizione disciplinare nei confronti degli appartenenti a tutte le magistrature. “Sul piano delle garanzie di indipendenza dei magistrati la composizione della Corte è certamente idonea a garantire all’organo l’indispensabile autonomia e indipendenza da altri poteri: Infatti, essa è composta da diciotto giudici, che sono nominati per un sesto dal presidente della Repubblica e per un sesto dal Parlamento in seduta comune, tra professionisti di particolare affidabilità, individuati in professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati con almeno venti anni di esercizio, mentre per due terzi sono designati tra gli appartenenti a tutte le magistrature con almeno venti anni di esercizio delle funzioni”.

Gasparri: “Csm non più lottizzato da correnti politiche prevalentemente di sinistra”

“Via la politica dai tribunali e le correnti dal Csm, separazione delle carriere fra Pm e giudici, sanzioni disciplinari ai magistrati che sbagliano. Altra promessa mantenuta!”. Così il vicepremier Matteo Salvini festeggia il via libera del Consiglio dei ministri alla riforma della giustizia.

Con questa riforma poniamo fine al condizionamento politico delle toghe, sottolinea invece Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia. “La riforma della giustizia che è oggi all’attenzione del consiglio dei ministri, punta ad avere una giustizia più equilibrata, efficiente, che preveda la separazione delle carriere e un Csm non più lottizzato da correnti politiche, da appendici di partiti, prevalentemente di sinistra, darà un contributo importante a una giustizia più efficiente e meno condizionata da manovre politiche”.

Fonte : Today