Alle ultime elezioni politiche abbiamo votato con una legge che porta il suo nome, una legge che anche grazie a quel “combinato disposto” che si è venuto a creare in virtù del taglio dei parlamentari voluto dal Movimento 5 Stelle, ha garantito al centrodestra un’ampissima maggioranza in entrambi i rami del Parlamento con poco più del 44 per cento dei voti. Una maggioranza che oggi consente alla premier Giorgia Meloni di procedere spedita con l’approvazione del premierato, che di fatto, con l’elezione diretta del presidente del Consiglio, trasformerebbe l’Italia in una repubblica presidenziale. Ettore Rosato, oggi vicesegretario di Azione, spiega a Today.it perché giudica sbagliata la riforma. “Sul premierato stiamo assistendo a una straordinaria forzatura politico istituzionale: vogliono approvarlo di corsa prima delle elezioni per fare uno spot elettorale, a dimostrazione che non è certo il merito quello che sta loro a cuore. È una grandissima arma di distrazione di massa per evitare di parlare dei problemi del Paese, dalla sanità ai soldi che mancheranno per chiudere la prossima manovra finanziaria; un buco che causerà ulteriori tagli dei servizi e una maggiore tassazione”.
Sulla riforma, Giorgia Meloni sembra aver cambiato atteggiamento nel giro di pochi giorni. Era partita con “o la va o la spacca” e poi, forse memore di quel “se perdo il referendum lascio la politica” di renziana memoria, è tornata sui suoi passi spiegando che se perderà la consultazione non lascerà Palazzo Chigi. Un’insicurezza, quella della premier, che non è passata inosservata. “Le differenze con quello che provammo a fare nel 2016 – ricorda Rosato – sono molte: noi avevamo cercato una larghissima maggioranza parlamentare, poi cambiò tutto con l’elezione del Presidente della Repubblica. Qui sono andati avanti con la loro maggioranza parlamentare senza ascoltare altre voci. Una scelta che conferma il fatto che per loro è solo una bandierina. Nel merito della riforma, noi pensiamo che incida in maniera inefficace sui poteri del Capo dello Stato, creando un modello che non esiste in nessun altro Paese. Per questo abbiamo proposto di riequilibrare inserendo la sfiducia costruttiva, che garantirebbe maggior stabilità senza ingessare le istituzioni”.
“Con il premierato avremmo avuto Luigi Di Maio a guidare il Paese durante la pandemia”
Chi si oppone alla riforma, sostiene che già oggi, con le attuali regole, sono possibili maggioranze stabili. E i numeri di cui gode il governo Meloni confermano questa tesi. “Con la riforma che hanno messo in campo, leader che hanno goduto di un largo consenso durato pochi mesi avrebbero avuto una maggioranza assoluta per cinque anni, diventando delle guide poco rappresentative. Prendiamo il Movimento 5 Stelle, che vinse le elezioni del 2018 con un largo margine sulle altre coalizioni: con il premierato ci saremmo trovati Luigi Di Maio premier durante la pandemia, ma con un consenso già dimezzato dopo il primo anno di governo.
“In Europa non ci sarà un cambio di maggioranza, ma l’agenda green va rivista”
Nel frattempo, la campagna elettorale per le elezioni europee è alle battute finali. L’obiettivo di Azione è superare la soglia di sbarramento del 4 per cento: sarebbe un ottimo risultato visto che il partito di Carlo Calenda corre di fatto da solo. “Io sono convintissimo che faremo un numero molto più vicino al 5 per cento che al 4. Il nostro è nato come un partito di opinione che si articola soprattutto nel Centro-Nord. Su Roma faremo sicuramente un bel risultato perché c’è un radicamento storico di Carlo Calenda, ma al di là di tutto penso che abbiamo delle liste molto forti e molto competitive su tutto il territorio nazionale”, spiega ancora Ettore Rosato che aggiunge: “Penso che in Europa uscirà la stessa maggioranza che governa ora con Ursula Von Der Leyen; popolari, socialisti e liberali. Una maggioranza che dovrà sicuramente rivedere la sua agenda ma che è l’unica possibile. In particolare credo che siano indispensabili delle modifiche all’agenda green, che è stata approvata in questa legislatura sulla base di un fragilissimo accordo che ha portato a una norma che si è rivelata insostenibile dal punto di vista finanziario. E quindi inapplicabile. Quanto alla guida, penso che non ci sarà più Von Der Leyen, ma al momento è prematuro tirare per la giacchetta Mario Draghi”.
“Forza Italia è forte grazie a Salvini e Vannacci”
Quello che forse non si aspettavano i centristi è che Forza Italia, dopo la morte del fondatore Silvio Berlusconi, avrebbe tenuto, puntando addirittura a diventare la seconda forza della coalizione di governo, superando la Lega di Matteo Salvini. “In un governo caratterizzato dall’aggressività di Salvini e delle destre più estreme – conclude Rosato – Forza Italia si è guadagnata uno spazio in quella parte dell’elettorato di destra che non si riconosce in personaggi come il generale Roberto Vannacci: la loro attuale forza è proprio Vannacci, perché raccolgono il voto di chi non vuole cedere all’irragionevolezza. La campagna elettorale della Lega è un’immagine perfetta di Matteo Salvini: il vicepremier pensa di risolvere questioni complesse, dal ponte sullo Stretto all’Autonomia Differenziata, con i tweet e i post sui social. E invece di risolvere problemi crea solo polemiche, ma la politica è molto più di questo”.
Fonte : Today