Morire a sei mesi in mezzo al Mediterraneo

Ancora una tragedia nel “mare nostrum”, sulla rotta dei migranti. Aveva circa 6 mesi il neonato morto durante la traversata per raggiungere le coste italiane dal Nordafrica. Il suo cadavere è stato sbarcato al molo Favarolo di Lampedusa. Assieme a lui, la mamma e un fratellino originati della Guinea Conakry. A trasbordarli dalla nave ong Humanity 1 e a portarli sulla terraferma sono stati i militari della motovedetta Cp 324 della guardia costiera.

La nave umanitaria ieri ha soccorso, in area Sar libica, circa 100 migranti che erano a bordo di due imbarcazioni. E su una di queste c’era anche il cadavere del minore. Su molo Favarolo è stata fatta trovare una piccola bara e la salma adesso verrà traslata alla camera mortuaria del cimitero di cala Pisana.

Sulla nave ong 185 migranti sopravvissuti

Humanity 1 torna oggi a chiedere alle autorità italiane un porto più vicino rispetto a quello assegnato di Livorno per far sbarcare le 185 persone soccorse in diverse operazioni nel Mediterraneo. “A bordo della Humanity 1 ci sono attualmente 185 sopravvissuti, alcuni dei quali sono estremamente esausti e soffrono di mal di mare e ustioni da carburante. Il corpo del bambino morto, così come la madre e il suo secondo figlio, sono stati evacuati dalle autorità italiane – afferma la Ong – L’Humanity 1 ha ancora l’ordine di raggiungere il porto distante di Livorno per sbarcare tutti i 185 sopravvissuti. Ieri il capitano ha chiesto invano al Centro di coordinamento dei soccorsi italiano un porto più vicino per evitare inutili rischi ai sopravvissuti. Viste le drammatiche circostanze, Sos Humanity chiede con urgenza l’assegnazione immediata di un porto più vicino e sicuro per lo sbarco dei sopravvissuti”.

Riprendono le partenze e gli sbarchi

Ieri la nave della Ong aveva tratto in salvo 100 persone e stamattina, mentre faceva rotta verso Livorno, l’equipaggio ha avvistato altre due imbarcazioni in difficoltà vicino a Lampedusa e soccorso altre 85 persone. A bordo di uno dei due barchini il corpo del neonato morto. In concomitanza con la finestra meteo favorevole, le partenze di migranti dalle coste del Nordafrica riprendono: è così da anni. Si rischiano nuove tragedie sulla rotta centrale del Mediterraneo. Nelle ultime ore sono 117 i migranti approdati sull’isola. Sei, in tutto, a partire dalla mezzanotte, gli sbarchi per un totale di 169 persone. Uno di questi si è verificato a Lampione dove, a bordo di un gommone, sono arrivati 7 tunisini fra cui un minore. Sono stati trasferiti all’hotspot in contrada Imbriacola dove al momento ci sono 430 persone, fra di essi 24 sono minori non accompagnati. 

“Ci sono vite di bambini che contano meno di altre”

Dall’inizio del 2024 sono almeno otto i minori morti o dispersi, adolescenti, bambini e persino neonati. Una stima per difetto, perché ci sono “barche partite e mai arrivate, di cui nessuno sa più nulla”, spiegano gli operatori umanitari.

“Ci sono vite di bambini che contano meno di altre. In questi mesi sentiamo molto parlare di minori, di vite che vanno tutelate, eppure a Lampedusa questi bambini e queste bambine ‘valgono’ evidentemente meno. Noi abbiamo assistito per quanto possibile, nel nostro piccolo, i loro genitori, ed è stato straziante, vergognoso, abbiamo faticato sempre a trovare le parole”. E’ il duro sfogo all’Adnkronos di Emma Conti, operatrice di Mediterranean Hope, il programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, presente tutto l’anno sulla più grande delle Pelagie.

A Lampedusa solo qualche settimana fa è stato inaugurato un piccolo parco giochi dedicato a Maria, la bimba ivoriana nata sull’isola il 31 luglio del 2021, dopo aver attraversato nel grembo della mamma il mar Mediterraneo. La prima bambina nata sulla più grande delle Pelagie dopo oltre mezzo secolo.

Fonte : Today