Balneari, cosa sta succedendo con le concessioni

La questione delle concessioni balneari in Italia è diventata un tema di accesa discussione, soprattutto dopo la sentenza di fine aprile del Consiglio di Stato, il massimo tribunale amministrativo italiano. La sentenza ha stabilito che le proroghe delle concessioni balneari per le spiagge, decise dal governo Meloni, non sono valide in quanto in contrasto con la direttiva europea Bolkestein sulla concorrenza. Da questo momento in poi, il tema delle concessioni balneari è tornato alla ribalta per l’ennesima volta, un po’ per l’inasprirsi dello scontro politico, anche in vista delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno, e un po’ per l’avvicinarsi della stagione estiva.

La decisione del Consiglio di Stato

Il governo Meloni aveva prorogato tutte le concessioni in scadenza al 31 dicembre 2023 fino alla fine del 2024, una mossa che aveva suscitato forti critiche e che il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittima poco tempo fa. La direttiva Bolkestein, infatti, impone che le concessioni demaniali siano assegnate attraverso procedure di gara trasparenti e competitive. Il Consiglio ha quindi annullato la proroga, stabilendo che le concessioni scadute a fine 2023 non sono più valide e che i Comuni devono rapidamente avviare nuove gare per assegnarle.

La sentenza ha ovviamente scatenato un acceso dibattito: Fratelli d’Italia ha fortemente criticato il Consiglio di Stato, accusandolo di travalicare i propri poteri e invadere la sfera legislativa. Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha recentemente chiesto l’intervento della Corte costituzionale, sostenendo che la decisione dei giudici amministrativi abbia invaso le prerogative del Parlamento. Anche Fabio Rampelli, vicepresidente di partito della presidente Meloni, ha espresso indignazione, accusando il Consiglio di Stato di esondare nelle funzioni legislative e di creare un caos normativo proprio all’inizio della stagione balneare. Allo stesso modo, il settore balneare ha espresso preoccupazione: Marco Maurelli, presidente di Federbalneari, ha denunciato l’interferenza dei tribunali nella sfera legislativa e il potenziale caos che questa decisione potrebbe causare.

Perché gli stabilimenti sono aperti

Dal punto di vista pratico, non è cambiato molto: nonostante la scadenza delle concessioni, molti stabilimenti balneari resteranno aperti grazie a quella che viene definita “proroga tecnica” fino al 31 dicembre 2024, in caso di difficoltà nel completamento della gara. Questa proroga è stata concessa per permettere ai Comuni di completare le nuove gare di assegnazione. In una nota il Consiglio di Stato ha ribadito “la necessità, per i Comuni, di bandire immediatamente procedure di gara imparziali e trasparenti per l’assegnazione delle concessioni ormai scadute il 31 dicembre 2023“. Tuttavia, l’Italia rischia sanzioni dall’Unione europea se non procederà con la liberalizzazione del settore.

Fonte : Wired