Sembrava una semplice puntata di Meraviglie, ma lo speciale su Pompei è stato incredibile

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Un po’ di tempo fa, su queste pagine, si ragionava di quanto gli speciali di Alberto Angela in prima serata, dopo un periodo fortunatissimo, stessero iniziando a mostrare stanchezza, una certa incapacità di affondare sull’immaginario del pubblico e imporsi come eventi. La puntata di Meraviglie dedicata a Pompei, andata in onda il 27 maggio in prima serata su Rai1, obbliga a un ravvedimento su questa posizione, tanta è la potenza di questo speciale.

Non una semplice serata di divulgazione, non un appuntamento classico con Meraviglie. Per questa occasione Alberto Angela e la sua squadra si sono superati, realizzando qualcosa che ha insita una difficoltà tecnica e realizzativa estrema, probabilmente impercettibile per molti telespettatori. Come il divulgatore ha spiegato a fine serata, lo speciale del 27 maggio è stato infatti realizzato in un unico piano sequenza, vale a dire una sola, lunghissima ripresa, senza soluzione di continuità e stacchi di inquadrature, che ha seguito Alberto Angela in tutti i vari luoghi degli scavi di Pompei raccontati nel corso della puntata.

Il fiatone di Angela dopo una rampa di scale è solo un segnale che testimonia la complessità di un esperimento di divulgazione che ha comportato due settimane di prove, all’alba per evitare la presenza di turisti, nonché la scrittura di una puntata della durata di due ore  come si trattasse di uno spettacolo teatrale, da realizzare senza sbavature.

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Si dice spesso che la televisione, per farsi notare in positivo e acquisire dignità, sia costretta a provare ad essere qualcosa di diverso da se stessa. È il caso di dire che in occasione dello speciale di questa sera, quello che abbiamo visto fosse molto più vicino al cinema che alla Tv. Meraviglie dedicato a Pompei è una gemma che si piazza di diritto nella storia della televisione.

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“L’avvenire è dei curiosi di professione”, recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare la realtà che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.

Fonte : Fanpage