Un predominio fatto di 22 titoli nelle ultime ventisette edizioni della Super League Ellada (la massima espressione del calcio greco), ed un sogno: quello di essere la prima squadra ellenica ad alzare un trofeo continentale per club, in palio nella finale di Conference contro la Fiorentina, dopo essere stata la seconda – la prima fu il Panathinaikos nell’allora Coppa dei Campioni del 1970 – a raggiungere l’atto conclusivo di una kermesse europea. Sarebbe peraltro il modo di festeggiare in anticipo il centenario della fondazione della Polisportiva, che ricorrerà il 10 marzo del prossimo anno. L’essere una sorta di “asso pigliatutto” in patria, visto che nel conto vanno anche inserite 28 coppe nazionali e quattro supercoppe, ha portato l’Olympiacos ad essere un assiduo frequentatore della manifestazioni del vecchio continentale, dove è presente ai blocchi di partenza da trentuno anni consecutivi, con il picco costituito dai quarti di finale in Champions raggiunti nell’edizione 1998/99.
A conferire maggiore ambizione al club biancorosso è stato indubbiamente l’arrivo di Evangelos Marinakis, uno dei più importanti armatori del mondo (con un patrimonio netto stimato che si aggira intorno ai 3 miliardi di dollari) che ha investito nel 2010 circa 50 milioni di euro per acquistare i 2/3 delle quote dell’Olympiacos ed è anche proprietario del Nottingham Forest rilevato nel 2017. Al netto di qualche flop, come i dimenticabili acquisti di Marcelo dal Real Madrid e James Rodriguez dall’Al Rayyan, la campagna di rafforzamento portata dal magnate del Pireo ha contribuito a rafforzare il ruolo del club come leader assoluto in patria, con voci di corridoio che raccontavano di un interessamento per l’acquisto del Monza per coronare il sogno di una “scuderia” di squadre continentali.
Lo spauracchio, per la Fiorentina, è rappresentato sicuramente da Ayoub El Kaabi, deflagrato in questa stagione a suon di reti (ne abbiamo diffusamente parlato qui), adeguatamente supportato in attacco da Konstas Fortounis – ex Kaiserslautern, salito in doppia cifra per reti ed assist – e dal portoghese Daniel Podence, arrivato dopo tre stagioni e mezzo dal Wolverhampton e secondo miglior marcatore della squadra con 15 centri. Una menzione la meritano l’imprescindibile Rodinei, terzino destro brasiliano alla sua prima stagione nel vecchio continente dopo una lunga militanza in patria, ed il centrale portoghese naturalizzato angolano Carmo, già visto all’opera nel Porto e prima ancora nel Braga. In mezzo al campo, riflettore puntati sull’argentino Santi Hezze, arrivato in estate e diventato subito una colonna della mediana biancorossa.
Fonte : Today