ICQ chiude i battenti ufficialmente il prossimo 26 giugno, mettendo la parola fine a un software che ha anticipato i tempi, offrendo funzioni e capacità diventate poi parte integrante della quotidianità e delle moderne app come WhatsApp. Pubblicata nel 1996, ICQ permetteva infatti di comunicare in tempo reale con altri utenti online (ma anche offline via sms), si otteneva un numero identificativo univoco e si potevano condividere contenuti, divertirsi con mini giochi e condividere file e cartelle.
Si può verosimilmente considerare ICQ come il programma per computer nonno delle app dei giorni nostri da WhatsApp a Telegram, da Line a WeChat e compagnia bella. Il software era stato creato dalla società israeliana Mirabilis, è stato poi acquistato da AOL per oltre 400 milioni di dollari nel 1998, ha raggiunto i 300 milioni di download esattamente vent’anni fa (giugno 2004) ed è poi finita nelle mani del colosso russo Mail.ru (proprietario del social VK) nel 2010 per 187 milioni di dollari. Nel mezzo, il software si è evoluto e espanso, risultando installabile su qualsiasi dispositivo e anche su quegli smartphone che ne hanno però decretato il tramonto grazie alle app più flessibili e moderne. Ogni iscritto era identificato da un numero unico chiamato UIN e non modificabile al contrario del nome visualizzato oppure l’indirizzo email associato. Il programma aveva una natura modulare nel senso che poteva essere espanso con plug-in aggiuntivi e nel tempo ha consentito anche di trasferire file, chattare in gruppo, giocare online, creare adesivi personalizzati, condividere cartelle remote e ricevere email col protocollo pop3. La chiusura del servizio è prevista per il prossimo 26 giugno.
E ora? Rimane ancora uno spiraglio aperto, anche se non è ben chiaro se sia attendibile oppure solo una mezza trollata finale. Sul canale X ufficiale si può infatti trovare una gif presa da Terminator che dice “Ritornerò”. Possibile che possa tornare in qualche modo, ma di certo il periodo d’oro di ICQ sembra ormai lontano nel tempo, irraggiungibile.
Fonte : Wired