Si è chiuso da circa tre settimane il Google AI Hackaton , un’iniziativa per mettere a confronto le migliori intelligenze “non convenzionali” del mondo sulla tecnologia dell’AI, tranne quelle italiane (e di alcuni altri Paesi).
L’AI Hackaton non promette solo gloria, ma anche denaro perché i partecipanti possono vincere fino a 10.000 Dollari. Le somme in palio non sono stellari, e questa manifestazione non è fra le più importanti al mondo.
Tuttavia, l’AI Hackaton è il classico investimento nella ricerca di talenti con una modalità che, a fronte di un costo tutto sommato minimo, può attrarre il prossimo Norbert Wiener o anche solo selezionare in tutto il mondo (o quasi, e qui sta il punto) giovani brillanti da assumere e formare prima che lo faccia la concorrenza, magari sottraendoli ai loro Paesi di origine.
Ho scritto “in tutto il mondo o quasi” perché la partecipazione all’AI Hackaton esclude persone residenti in alcuni Paesi fra i quali, incredibilmente, l’Italia.
Le “Official Rules”, infatti, dicono chiaramente che per partecipare bisogna non essere residente in Italia, Brasile, Quebec, Crimea Cuba, Iran, Siria, Corea del Nord, Sudan, Bielorussia Russia, cosiddetta Repubblica popolare del Donetsk e della Repubblica popolare del Luhansk.
Se alcune esclusioni si possono capire alla luce dello scenario geopolitico e alle attuali tensioni internazionali, è abbastanza curioso che Italia e Quebec (che non è nemmeno uno Stato, ma una delle tredici province del Canada) siano incluse in una lista della quale fanno parte Paesi oggetto di sanzioni internazionali o con i quali i rapporti degli USA non sono esattamente idilliaci.
Cosa avremo mai fatto per meritarci una esclusione del genere?
Fonte : Repubblica