L’altro giorno finalmente ho avuto l’opportunità di intervistare Al Gore. Premio Nobel per la Pace nel 2007 per le sue battaglie in difesa del clima (e premio Oscar per il documentario “Una scomoda verità”), Gore è stato uno dei leader politici più importanti del nostro tempo e resta una delle voci più ascoltate. Alla fine della nostra conversazione Gore ha fatto un elogio appassionato di papa Francesco e di quello che il pontefice ha detto in questi anni sulla necessità di una “ecologia integrale” per salvare la vita sulla Terra. Il giorno dopo il papa allo stadio Olimpico incontrava 50 mila bambini e molti altri ne avrebbe visti domenica a piazza San Pietro per la chiusura della prima giornata Mondiale dei bambini. Si è molto parlato di questo appuntamento soprattutto per il bellissimo monologo di Roberto Benigni ma la vera rivoluzione non è stata far parlare dal sagrato un artista al posto di un prete, ma mettere per una volta i bambini al centro. La loro energia, il loro entusiasmo, la loro purezza (e anche la nostra generosità infinita di genitori, il momento in cui tiriamo fuori il nostro lato migliore). Quando smettiamo di pensare che tutto è possibile?, quando smettiamo di sognare un mondo migliore?, quando smettiamo di soffrire per le ingiustizie subite dagli altri? Benigni ha detto molte cose belle, sui giornali si parla ovviamente della garbata battuta a Giorgia Meloni, ma io mi sono segnato un’altra frase. Questa: “C’è una sola persona al mondo da rendere più buona, noi stessi. Gli altri dobbiamo renderli felici”.
La sera ho cenato con delle giovani attiviste climatiche venute da paesi lontanissimi per il Papa. Ho chiesto loro: Di chi vi fidate? Di nessuno, mi ha detto Ineza Umuhoza Grace, del Ruanda, la fiducia ce l’avete portata via da tempo, le parole non ci bastano, vogliamo i fatti. Ho avvertito la loro solitudine e ho ripensato al gesto clamoroso del papa di rimettere al centro i bambini (e i giovani), di ripartire da lì, da quella stagione della vita in cui crediamo di poter battere i draghi. Intanto la sera stessa per le strade di Parigi un camion con degli altoparlanti sfilava seguito da centinaia di ragazzi che ballavano furiosamente sulle note di Power, un inno tecno per la giustizia climatica scritto e cantato da Lotta, giovane attivista e artista italiana. Dovreste vederla Lotta: nei suoi occhi fiammeggianti tutto è ancora possibile. Quelli come lei hanno un cuore da bambino. Come Al Gore, come il Papa.
Fonte : Repubblica