Il governo thailandese ha ricevuto critiche per la decisione, al punto che il ministro del Commercio, Phumtham Wechayachai, ha voluto dimostrare in presenza di funzionari e giornalisti che il riso è ancora commestibile. Diversi esperti sostengono però che il cereale sarebbe comunque privo di nutrienti. Una decina di Paesi africani importa ogni anno migliaia di tonnellate di riso dalla Thailandia.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Diversi ambasciatori africani hanno espresso le loro preoccupazioni alla notizia che il governo thailandese ha intenzione di mettere all’asta 15mila tonnellate di riso raccolto nel 2013-14 e da allora rimasto invenduto. La notizia è stata criticata anche dai cittadini thailandesi e da diversi esperti di alimentazione, nonostante Bangkok abbia assicurato che il riso sia commestibile.
Ieri il ministro del Commercio Phumtham Wechayachai ha annunciato la formazione di un comitato che avrà il compito di supervisionare la vendita. “Si prevede che il riso verrà esportato in Africa. Ci auguriamo che l’asta raggiunga un buon prezzo. I ricavi della vendita torneranno alle casse dello Stato”, ha aggiunto il ministro, che ha continuato affermando che agli offerenti sarà consentito verificare la qualità del riso, in linea con i criteri stabiliti dal ministero del Commercio.
La scorsa settimana la Thailandia aveva espresso la volontà di mettere all’asta 150mila sacchi di riso da cui si aspetta di guadagnare tra i 200 e i 400 milioni di baht (da 5,4 a 10,8 milioni di dollari). Il riso è però rimasto fermo in due magazzini nella provincia nord-orientale di Surin per circa 10 anni dopo il fallimento di un programma di acquisto voluto dall’ex prima ministra Yingluck Shinawatra. Dal 2011 al 2014 il governo aveva acquistato il riso dagli agricoltori locali a un prezzo superiore a quello di mercato, senza fissare alcun limite alla quantità acquistata. Dopo la fine del programma, nel maggio 2014, rimasero invendute circa 18,6 milioni di tonnellate di riso, di cui la maggior parte sono poi state messe in commercio nel 2018 durante l’amministrazione di Prayut Chan-o-cha.
Dopo le critiche, il ministro Phumtham è andato con un gruppo di funzionari e giornalisti a ispezionare i magazzini, di fronte ai quali ha mangiato del riso cotto al momento per dimostrare che fosse commestibile. Il governo ha poi aggiunto che un test eseguito da un laboratorio privato su campioni prelevati dai due magazzini di Surin non mostrava la presenza di residui chimici.
Secondo alcuni, però, il riso, sottoposto a decine di cicli di fumigazione (un processo attraverso cui si eliminano i parassiti con gas biocidi), presenta comunque rischi per la salute delle persone. Inoltre, James Marsh, esperto di sicurezza alimentare, ha commentato la vicenda dicendo che il riso invecchiato di 10 anni probabilmente contiene pochissimi (se non zero) nutrienti. “La conservazione massima del riso – ha aggiunto -, non dovrebbe superare i 5 anni”.
I dati di Statista mostrano che la Thailandia è il secondo maggiore esportatore di riso a livello globale, inviando all’estero 8,2 milioni di tonnellate. I primi 10 importatori africani di riso dalla Thailandia nel 2023 sono stati Sudafrica, Senegal, Camerun, Mozambico e Costa d’Avorio che nel complesso hanno importato 2,48 milioni di tonnellate. Seguono lo Zimbabwe con 55.691 tonnellate, l’Algeria con 76.747 tonnellate, l’Angola con 135.909 tonnellate, il Benin con 139.206 tonnellate e il Togo. Da questi ultimi due Paesi, inoltre, il riso spesso viene contrabbandato in Nigeria, dove sono in vigore politiche che limitano le importazioni per incrementare la produzione locale.
Fonte : Asia