Villaggi sepolti da fango e detriti: strage per una frana in Papua Nuova Guinea

Si teme la strage per la frana che si è verificata in Papua Nuova Guinea tra giovedì e venerdì. Travolti da fango e detriti almeno sei villaggi nell’isolata provincia di Enga, a circa 600 chilometri a nord-ovest della capitale, Port Moresby. 

Anche i soccorritori lavorano in condizioni proibitive. Le strade attorno all’area franata sono danneggiate, i servizi di comunicazione sono inservibili e altre zone sono accessibili solo tramite via aerea. La frana è stata causata con tutta probabilità dalle forti piogge che hanno colpito la zona nelle ultime settimane, che ha distrutto bestiame, raccolti e fonti di acqua pulita nella zona. 

Impossibile finora avere un’idea concreta delle dimensioni del disastro. Secondo Care Australia, agenzia di aiuto umanitario laica australiana, oltre 60 case sono state completamente distrutte e “tutti i membri delle famiglie che vi abitavano risultano ancora dispersi”. Nella zona dove si è verificata la frana vivono quasi 4mila persone, ma secondo l’agenzia il numero delle persone colpite è “sicuramente più alto” a causa dell’afflusso di persone in fuga dai conflitti tribali nelle aree vicine. La stessa fonte teme inoltre che anche altri villaggi che si trovano nella zona montagnosa potrebbero essere a rischio.

Amos Akem, deputato della provincia di Enga al Guardian, “la frana avrebbe sepolto più di 300 persone e 1.182 case”. Il presidente Joe Biden ha annunciato che gli Stati Uniti sono pronti a fornire assistenza, e ha definito la Papua Nuova Guinea uno “stretto partner e amico” degli Usa. Washington ha rafforzato i legami nella regione dell’Asia del Pacifico dopo che la Cina ha firmato un accordo di sicurezza con le Isole Salomone nel 2022 che consente a Pechino di dispiegare personale di polizia e militare nel Paese.
L’anno scorso gli Stati Uniti hanno firmato un accordo di difesa con la Papua Nuova Guinea. Il Paese si trova a sud di Guam, territorio Usa ed è un importante hub militare nel Pacifico.

Fonte : Today