Daylight DC1 è uno speciale tablet che cerca di unire al meglio tutti i benefici del display con inchiostro elettronico (e-ink) con la qualità e la reattività degli schermi tradizionali come quelli a cristalli liquidi. La tecnologia proposta dalla società produttrice si chiama LivePaper e aumenta in modo significativo la frequenza di aggiornamento avvalendosi anche di una retroilluminazione dalla sfumatura ambrata. Uno dei suoi vantaggi immediati è che può evitare la fastidiosa luce blu (dannosa per gli occhi), senza scendere a compromessi col tablet, che infatti è in grado di mostrare contenuti dinamici oltre a quelli statici stile lettore di ebook.
A bordo del tablet Daylight DC1 c’è un sistema operativo chiamato SolOS basato su Android 13 che supporta tutte le app classiche dell’os di Google e che può scaricare contenuti senza limitazioni particolari da Play Store (inclusi gli store di libri digitali). L’interfaccia proprietaria montata è minimalista e progettata per facilitare la concentrazione e il rilassamento. Il processore è un MediaTek Helio G99 accompagnato da 8 GB di memoria ram e 128 GB di spazio di archiviazione interno, peraltro espandibile via microsd. Non mancano le connessioni senza fili wi-fi 6 o bluetooth 5.0 e in confezione c’è anche un pennino Wacom di tipo passivo (senza batteria) per scrivere, disegnare o prendere appunti sul display da 10.5 pollici che può regolare la frequenza di aggiornamento fino a ben 120 Hz. La speciale retroilluminazione punta su una luce calda che protegge gli occhi senza affaticarli, in modo particolare quando si utilizza il dispositivo prima di dormire. La ricarica avviene naturalmente tramite un cavo usb type-c, in confezione.
“Il nostro obiettivo è creare dispositivi che incoraggino gli utenti a riconnettersi con il mondo naturale e i propri pensieri, piuttosto che essere costantemente sovrastimolati dagli schermi“, spiega Anjan Katta, fondatore di Daylight. Al momento è possibile prenotare il tablet a un prezzo piuttosto salato di 729 dollari, pari a circa 700 euro.
Fonte : Wired