Sono più di cento gli esopianeti “scandagliati”, per così dire, attraverso uno studio appena pubblicato su The Astrophysical Journal Supplement. Si tratta di pianeti che orbitano attorno a una stella che non è il Sole. Fra questi, alcuni presentano delle caratteristiche davvero peculiari. E il catalogo appena realizzato, spiegano gli autori, che include informazioni potenzialmente utili per risalire alla loro composizione e al modo in cui si sono formati, servirà anche per cercare di capire se fra gli esopianeti presi in considerazione ne esistono di adatti ad ospitare la vita per come la conosciamo.
Lo studio
La ricerca è stato condotta da un ampio gruppo di ricercatori (la pubblicazione conta più di 70 firme) di diverse università e istituti di ricerca, fra cui il Nasa Exoplanet Science Institute, la University of California Riverside, la University of Kansas, il California Institute of Technology e molti altri. Nel corso di circa tre anni e utilizzando i dati del Transiting Exoplanet Survey Satellite (Tess) della Nasa, gli autori dello studio hanno analizzato più di 13mila misurazioni di velocità radiale (Rv) per calcolare la massa di 120 pianeti confermati e di altri sei presunti tali.
“Queste misurazioni Rv consentono agli astronomi di individuare e conoscere le proprietà di questi sistemi esoplanetari. Quando vediamo una stella oscillare regolarmente avanti e indietro, possiamo dedurre la presenza di un pianeta orbitante e misurarne la massa”, spiega Ian Crossfield, astrofisico dell’Università del Kansas e co-autore del catalogo. In sostanza, quando si tratta di studiare oggetti non visibili direttamente gli astronomi si affidano al segnale che arriva dalle stelle a cui questi oggetti celesti orbitano attorno e sulle quali esercitano un effetto riscontrabile dal tipo di radiazione che raggiunge i nostri telescopi.
“Relativamente pochi degli esopianeti conosciuti in precedenza hanno una misura sia della massa che del raggio. La combinazione di queste misure ci dice di cosa potrebbero essere fatti i pianeti e come si sono formati”, aggiunge Stephen Kane, astrofisico della University of California Riverside e ricercatore principale del Tess-Keck Survey.
Un anno in 11 ore
E nel catalogo, dicevamo, sono stati riportati esopianeti con caratteristiche davvero bizzarre. Uno, Toi-1798 c, impiega meno di 12 ore a completare l’orbita attorno alla propria stella: “Toi-1798 c orbita intorno alla sua stella così velocemente che un anno su questo pianeta dura meno di mezza giornata sulla Terra. A causa della loro vicinanza alla stella ospite, i pianeti come questo sono anche ultra caldi – ricevono più di 3.000 volte le radiazioni che la Terra riceve dal Sole”, racconta Alex Polanski, studente di fisica e astronomia dell’Università del Kansas e primo autore dello studio: “L’esistenza in questo ambiente estremo significa che questo pianeta ha probabilmente perso l’atmosfera che aveva inizialmente”. Ma Toi-1798 c non è l’unico ad orbitare così velocemente attorno alla propria stella, un discorso analogo vale anche per Toi–1444, che impiega poco più di 11 ore per completare l’intera orbita.
E al di là delle bizzarrie e delle stranezze, che ci ricordano quanto diversi dal sistema solare possono essere i sistemi che ci circondano, secondo gli autori la grande quantità di informazioni raccolte nel catalogo serviranno per cercare di capire se fra gli esopianeti analizzati ne esistono di adatti ad ospitare la vita, quantomeno per come la conosciamo qui sul pianeta Terra.
Fonte : Wired