Elezioni europee, cosa dicono i programmi dei partiti sulla guerra

Nel programma si trova anche la necessità di “costruire una politica industriale comune nel settore della difesa”, in una “logica di sovranità europea”, da perseguire attraverso il potenziamento di una base industriale sia in termini di produzione, sia in termini di ricerca e sviluppo. Si tratta insomma di aumentare gli sforzi industriali bellici anche in chiave tecnologica, il tutto però in chiave europea e non a livello delle singole nazioni.

Infine, Fratelli d’Italia sottolinea la necessità di “proseguire nel processo di riunificazione europea”, sia nei confronti dei paesi dei Balcani occidentali, sia nei confronti di Ucraina, Moldova e Georgia (una posizione molto atlantista e chiaramente anti-russa).

Partito Democratico (Socialisti & Democratici)

“Progetto di pace” è il titolo del capitolo programmatico del Pd dedicato al tema della difesa e della sicurezza. “L’Europa ha il dovere di tessere la tela della diplomazia, attivare e allargare la rete di alleanze e mettere in campo l’iniziativa politica e il dialogo per essere parte attiva nelle soluzioni di pace. Pace che deve sempre accompagnarsi con la giustizia, il diritto, che non significa mai resa alla sopraffazione e alla violenza.

Ricalcando quello che storicamente è stato il ruolo dei Caschi blu dell’Onu, il Partito democratico chiede l’istituzione dei “Corpi civili di pace europei”, che “dovranno essere uno strumento di mediazione e prevenzione dei conflitti, un investimento (…) sulla costruzione di un mondo pacifico e sicuro”. Un altro aspetto fondamentale riguarda la richiesta da parte del Pd di superare il voto all’unanimità in politica estera, al fine di impedire “il potere di veto dei singoli governi” e passando invece a un’approvazione a maggioranza qualificata.

Fin qui, la parola chiave nel programma del Partito democratico è stata “pace”. Proseguendo nella lettura, però, altri elementi iniziano a emergere: “Siamo coscienti che la difesa comune europea avrà necessariamente bisogno di nuove capacità militari che siano sviluppate, acquisite e gestite in un modo congiunto. Non crediamo che l’Europa debba costruire un’economia di guerra, ma piuttosto che sia necessario e urgente un coordinamento più stretto degli investimenti e della produzione per la difesa a livello europeo”.

La posizione del Partito democratico è storicamente alla ricerca di un difficile equilibrio tra il pacifismo storico della sinistra e la “realpolitik” fin qui dimostrato nella vicenda ucraina. Il Pd infatti segnala che “la deterrenza è importante in un mondo gravido di minacce”, chiedendo però anche che l’Europa aumenti il suo “protagonismo diplomatico, per la stabilizzazione, la cooperazione e la pace”. Infine, il partito guidato da Elly Schlein chiede che l’Europa continui a “sostenere la resistenza del popolo ucraino”, mettendo al contempo in campo “ogni sforzo diplomatico e politico” per far cessare il conflitto. Su Gaza, la posizione del Pd è invece più ferma: Cessate il fuoco immediato ed effettivo a Gaza, per fermare il massacro e la catastrofe umanitaria”.

Movimento 5 Stelle

Ancora non appartenente a nessun grande gruppo europeo, il programma del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte è uno dei più pacifisti, con punti di contatto sia con il Pd, sia – come vedremo – con l’Alleanza Verdi-Sinistra. Il capitolo del programma dedicato alla difesa si intitola “Riportare la pace in Europa”, in cui chiede che la “difesa comune europea” sia “uno strumento di peacekeeping al servizio delle Nazioni Unite” (posizione simile, appunto, a quella del Partito democratico). Subito dopo, il concetto viene rafforzato segnalando come “la collaborazione e l’adesione alla Nato, mai messa in discussione, va sviluppata in chiave puramente difensiva.

Fonte : Wired