Il chatbot che traduce i bandi pubblici

Alcuni nostalgici chiedevano di parlare “con una persona vera”, anziché con il chatbot. Altri, più curiosi, di conoscere il codice “dietro”, ma la maggior parte desiderava da Nessi solo la conferma di aver ben inteso il testo di un bando, anche se scritto in “burocratese”. Nessi, un chatbot basato sull’intelligenza artificiale generativa, è stato adottato dalla Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi proprio per rendere i testi dei bandi più comprensibili. È il primo esperimento con tale tecnologia che l’ente testa, in collaborazione con Promos Italia e con il supporto della startup FairMind, e le oltre 2.000 domande ricevute lo rendono ai suoi occhi un esordio di successo.

L’aiuto dell’AI generativa

Nessi deve il proprio nome a Connessi 2024, il bando per l’internazionalizzazione delle piccole imprese in chiave digitale di cui doveva facilitare la partecipazione. Uno dei bandi più apprezzati e necessari, secondo la Camera di Commercio stessa, anche e soprattutto se non si ha (ancora) familiarità con la tecnologia e con il linguaggio e le dinamiche a cui un’istituzione pubblica si deve attenere. Un limite che allontana l’utente e che si vuol provare a superare affiancando ai tradizionali canali di comunicazione un assistente come Nessi, comprensibile, comprensivo e sempre disponibile.

Si tratta di una scommessa da vincere assicurando risposte corrette e mirate ma allo stesso tempo rapide. Pur non essendoci un vero e proprio click day, il bando solitamente scatena interesse immediato che si traduce in un boom di domande da gestire in poco tempo. Finora le aziende dovevano spulciare nelle domande frequenti del sito, per poi doversi accontentare di risposte generiche, oltre che gravose da creare e aggiornare per la stessa Camera di commercio. Un passaggio doppiamente fastidioso che l’ha spinta a sperimentare l’AI generativa, assieme al desiderio di “ottimizzare i tempi di risposta, semplificare il linguaggio, ridurre gli errori di interpretazione e garantire un’assistenza continua, 24 ore su 24” spiega la segretaria generale Elena Vasco, sottolineando anche la necessità di far convivere tutto questo dinamismo con le necessità di sicurezza dei dati.

Allucinazioni e privacy, le due sfide

Per evitare che Nessi risultasse inaffidabile, è stato necessario un lavoro di squadra. La Camera di commercio ha usato le oltre 400 domande ricevute nelle precedenti cinque edizioni dello stesso bando per interrogare il sistema e assicurarsi che fornisse risposte coerenti, anche se tradotte in linguaggio informale. Allo stesso tempo ha incaricato una serie di supervisori di controlli giornalieri sulle risposte fornite, pubblicando eventuali errata corrige sul proprio sito. L’unica via possibile per rettificare, essendo impossibile rivolgersi direttamente al singolo utente, tenuto anonimo da subito per salvaguardarne la privacy.

Anche chi ha creato Nessi ha fatto la sua parte, dietro le quinte, “impostando un basso livello di ‘creatività’ dell’AI, allenando il chatbot solo con dati forniti dall’ente stesso e verificando che non cambiasse risposta, a seguito della stessa domanda. Nessi non può cambiare idea” spiega Alexio Cassani, fondatore FairMind, startup che investe su un approccio etico all’AI generativa. E chiosa: “Altrimenti, applicando male questa tecnologia, si rischia che imploda, gettando al vento le opportunità che offre quando implementata come copilota, con spirito critico umano”.

Il bilancio

Il test ha convinto la Camera di Commercio a proseguire. Nei prossimi mesi il chatbot verrà nuovamente istruito per affrontare la fase successiva, quella di rendicontazione. A fine agosto dovrà essere ferrato sulle nuove procedure e tornare operativo, per aiutare le aziende a ricevere presto e agilmente i fondi che spettano loro, al netto dei tanti documenti richiesti e di eventuali errori e sviste che spesso ne rallentano l’erogazione.

Un “riuso” rapido che mostra la potenziale scalabilità di Nessi nell’ambito di uno stesso servizio, ma “il suo vero merito è quello di aver aperto una nuova frontiera nell’organizzazione e nell’offerta dei servizi alle imprese, proiettandoci in uno spazio strategico e decisivo per entrare nel futuro” spiega Vasco. Pilastri del progetto inclusione e multicanalità, chiosa la segretaria generale, “per favorire la massima accessibilità ai servizi e l’ecosostenibilità delle scelte, la centralità dell’utente e una assistenza contestualizzata, dinamica e proattiva verso i nostri interlocutori”. Nessi potrebbe essere il primo tanti “cantieri di lavoro” per digitalizzare i processi dell’ente. La Camera di commercio ci vuole provare: i primi passi compiuti sembrano averla convinta mostrato che, nonostante la curiosa assonanza con il mostro di Lochness, non ci sono motivi per avere paura di Nessi. E nemmeno dell’AI generativa.

Fonte : Wired