“Ai Campi Flegrei c’è chi lascia la sua casa, ma il governo preferisce accogliere Chico Forti”

Lo sciame sismico che sta interessando i Campi Flegrei preoccupa sempre di più. Nelle ultime ore si sono contate oltre 150 scosse di terremoto e l’ultima ha toccato magnitudo 4.4, danneggiando gli edifici intorno all’epicentro, nell’area della solfatara di Pozzuoli. Molti i cittadini che hanno lasciato le loro case e hanno passato la notte in strada, 39 le famiglie sfollate in via precauzionale. A monitorare la situazione il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, già assessore con delega alla Protezione Civile della provincia di Napoli. 

“Nonostante il lungo sciame sismico – spiega Borrelli a Today.it – la gente questa volta ha avuto paura e il numero degli edifici lesionati aumenta di ora in ora. Una scossa del genere non si era sentita da quarant’anni e l’effetto è stato dirompente”. 

In che stato versano gli edifici pubblici?

“In queste ore stiamo stilando un report ma sembra che la maggior parte di essi abbia retto bene, al momento il fatto più preoccupante è la ciusura della Asl, che qui è un punto di riferimento importante. È urgente trovare una soluzione alternativa perché l’edificio che la ospitava è stato dichiarato inagibile”.

C’è il sentore, da parte della popolazione, che potrebbe essere necessario evacuare le case?

“In realtà molti lo hanno già fatto. Ieri notte il cosiddetto ‘piazzale a mare’, che generalmente è pieno di auto perché è utilizzato come parcheggio, era vuoto. Una parte consistente della popolazione ha spostato autonomamente le persone anziane, i malati e i bambini in territori limitrofi, se non addirittura in un’altra regione. Il problema è il piano di evacuazione: in passato, da assessore alla Protezione Civile mi scontrai con Bertolaso. Recentemente ho chiesto a ministro Musumeci di essere più cauto quando ha detto ‘faremo in 60 giorni quello non è stato fatto in 60 anni’. Purtroppo non c’è una reale presa di coscienza sulla reale gravità della situazione, anche perché si è buttata sempre la palla in avanti, sperando che toccasse sempre a qualche amministratore e ministro successivo.

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In questo momento sto mandando l’ennesimo messaggio al capo di gabinetto di Musumeci, perché non credo che basti una telefonata: come già hanno fatto il presidente della Regione e i sindaci della zona, che ieri notte si sono precipitati nelle aree colpite dal sisma, mi aspetto la presenza fisica del Ministro; non è possibile che vadano ad accogliere in pompa magna un condannato in via definitiva per omicidio e per una truffa e invece qua non si presenta nessuno. La popolazione ha bisogno di un messaggio di unità del Paese, quindi serve una presenza importante dell’esecutivo”.

In realtà “palazzi” sembrano molto lontani, anche se in linea d’aria si trovano a meno di 200 chilometri.

“Oggi il governo pone la fiducia sul Superbonus e noi abbiamo riproposto gli emendamenti sul sisma-bonus. Nonostante il voto all’unanimità e il parere positivo dell’esecutivo, è stato deciso di non rifinanziarlo perché tutti i fondi sono stati messi sul ponte sullo Stretto; ma prima del ponte, per quanto mi riguarda, bisogna mettere in sicurezza l’area dei Campi Flegrei, dando la possibilità, a chi vuole restare, di mettere in sicurezza la propria abitazione. Non chiediamo quindi rifacimenti delle facciate, ma una messa a norma antisismica che possa garantire a questi cittadini edifici come quelli del Giappone, in modo che solo un cataclisma possa costringerli ad abbandonare effettivamente le case”.

Torniamo al piano di evacuazione. Cosa andrebbe fatto per evitare una strage in caso di eventi estremi?

“Intanto vorrei ricordare che qualche anno fa già abbiamo assistito a un disastro che causò dei morti: il terremoto di Ischia. È avvenuto nello stesso posto in cui decenni prima c’era stato il famoso terreoto di Casamicciola, quello in cui Benedetto Croce si salvò ma perse i suoi cari. L’area ancora versa in una situazione terrificante dal punto di vista urbanistico, ma è cambiato l’umore degli abitanti sul territorio. Io cerco di guardare le cose in prospettiva e ribadisco che per farlo bisogna anche fare delle cose profondamente impopolari, come ha spiegato spesso il professor Giuseppe Mastrolorenzo dell’Osservatorio Vesuviano. Bisogna abbattere gli edifici costruiti lungo le vie di fuga previste dal piano di emergenza, ma soprattutto bisogna decongestionare alcuni di questi territori. Ricordo che stiamo parlando di uno dei luoghi più pericolosi del mondo: in pochi chilometri quadrati ci sono oltre tre milioni di persone che vivono con tre vulcani attivi.

“Bisogna abbattere gli edifici costruiti lungo le vie di fuga previste dal piano di emergenza, ma soprattutto bisogna decongestionare alcuni di questi territori”. Francesco Emilio Borrelli a Today.it

Una densità di popolazione cresciuta senza un criterio che ha ridotto la grandezza delle strade che dovrebbero diventare le vie di fuga in caso di eventi estremi. Per questo ho detto al ministro Musumeci di muoversi in anticipo, ma purtroppo non mi ha ascoltato”.

In compenso il governo sta per varare il “salva casa”, l’ennesimo condono edilizio.

“Ogni atto di Matteo Salvini peggiora le condizioni del nostro Paese e del nostro territorio: la legge sul nuovo codice della strada elimina il divieto per i neopatentati di andare su macchine di grandissima cilindrata e addirittura rende quasi impossibile per i sindaci fare Ztl o mettere autovelox e dossi. È una cosa terrificante. E ora ha messo in campo un nuovo condono edilizio, una follia. Quando si fa politica non nell’interesse collettivo, ma per ottenere un momentaneo consenso scuotendo la pancia più profonda del nostro Paese, che ovviamente non vede di buon occhio interventi contro l’edilizia selvaggia, il risultato e la deregulation”.

Fonte : Today