Il lato oscuro delle cuffie antirumore

Se è vero che le cuffie antirumore creano un senso di calma in chi le indossa per andare al lavoro, fare sport o viaggiare, il  silenzio che ne deriva può essere quasi assordante. E rappresentare una criticità per alcune persone, soprattutto per chi soffre di ansia, attacchi di panico e fobie (1 su 8 secondo il rapporto World Mental Health dell’Organizzazione Mondiale della Sanità). Ne è convinto Spyros Tsoukalas, ricercatore e cofondatore di Tecnologia senza frontiere, secondo cui l’incessante ronzio del rumore (che spesso percepiamo a malapena) nell’ambiente circostante fornisce al cervello un livello base di input sensoriale. “Senza quest’ultimo – precisa Tsoukalas -, il cervello di alcune persone comincia ad avere fame di stimoli, e a nutrirsi di pensieri”.

Le cuffie antirumore “bloccano” i suoni indesiderati – migliorando la qualità dell’ascolto di musica o podcast – utilizzando una serie di mini microfoni per rilevare il rumore ambientale che viene poi azzerato da una contro-frequenza emessa dagli stessi auricolari. Tuttavia così facendo rischiano di “condannare” chi le indossa a un silenzio nocivo per la salute mentale.

Quando il silenzio attiva l’ansia

A scanso di equivoci, Tsoukalas chiarisce però che “chi soffre di disturbi fobici – oppure ha una predisposizione verso gli attacchi di panico – è più propenso ad avere pensieri invadenti che potrebbero potenzialmente sfuggire al controllo proprio nel momento in cui non ci sono rumori a distrarlo”. Le ragioni? Possono essere molteplici, e le illustra ancora il ricercatore.

Prima di tutto, riguardano l’aumento dell’autopercezione (“nel momento in cui i rumori esterni vengono eliminati, si diventa più consci del proprio battito cardiaco o respiro. Per alcuni, questa maggiore consapevolezza delle sensazioni corporee determina apprensioni per la salute”), il dialogo interno amplificato (“l’assenza di suoni ambientali consente ai pensieri di diventare eccessivamente presenti”) e il senso di isolamento (“il silenzio può indurre un senso di disconnessione dal mondo, dilatando paure già esistenti”).

Chi sono le persone più predisposte

Ovviamente, fa presente ancora Tsoukalas, non tutti coloro che utilizzano le cuffie antirumore sperimentano l’ansia o gli attacchi di panico (a questo proposito, in un articolo sul proprio blog, l’istituto clinico Humanitas ricorda che “sono 8,5 milioni gli italiani che, almeno una volta nella vita, hanno sofferto di disturbi d’ansia”). È assai improbabile, infatti che le persone senza precedenti problemi legati a pensieri ansiogeni ne vengano colpite.

A chi le cuffie con cancellazione del rumore provocano ansia e stress, Tsoukalas offre alcuni consigli. Su tutti, indossare auricolari “tradizionali”. Ma anche “sperimentare l’ascolto di rumori bianchi” – tra quelli più apprezzati su Spotify ci sono il cinguettio degli uccelli, lo scroscio della pioggia, il fruscio del vento, il suono del mare – oppure “praticare tecniche di mindfulness o di distrazione per combattere i pensieri intrusivi”.

Fonte : Today