Raisi, chi era il presidente dell’Iran morto nell’incidente del suo elicottero

Il presidente dell’Iran Ebrahim Raisi è morto in un incidente in elicottero in una zona montuosa dell’Iran al confine con l’Azerbaijan. Tra i deceduti c’è anche il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian. Nell’incidente di domenica 19 maggio, insieme a Raisi e Amir-abdollahian, c’era anche il governatore della provincia dell’Azerbaijan orientale dell’Iran e altri funzionari e guardie del corpo, hanno riferito i media dell’Iran.

Cosa sappiamo dell’incidente

Reuters ha citato un funzionario iraniano anonimo secondo cui l’incidente sarebbe da ricondurre alle condizioni meteorologiche glaciali della zona, che hanno causato problemi al volo. Dal pomeriggio del 19 maggio erano cresciute le preoccupazioni per il leader ultraconservatore iraniano, dopo che il contatto con il velivolo era stato perso mentre navigava attraverso le montagne coperte di nebbia nelle regioni a nord-ovest dell’Iran.

Successivamente sono emersi online filmati di operatori di droni che procedevano con la ricerca nell’area. Il convoglio di Raisi comprendeva tre elicotteri, e gli altri due “sono arrivati a destinazione in sicurezza“, ha detto l’agenzia di stampa Tasnim. L’incidente è avvenuto vicino a Jolfa, una città al confine con l’Azerbaijan, circa seicento chilometri a nord-ovest della capitale iraniana, Teheran. Il presidente stava viaggiando nella provincia dell’Azerbaijan orientale dell’Iran: Raisi si trovava in zona per inaugurare una diga con il presidente azero Ilham Aliyev. L’Iran possiede diversi elicotteri, ma le sanzioni internazionali rendono difficile ottenere pezzi di ricambio per essi: la maggior parte della flotta aerea militare risale a prima della rivoluzione del 1979. Il vicepresidente iraniano Mohammad Mokhber dovrebbe assumere ora le funzioni presidenziali, mentre le elezioni dovrebbero essere organizzate entro cinquanta giorni, dice la costituzione.

Chi era Ebrahim Raisi

Il leader iraniano Ebrahim Raisi aveva vinto le elezioni presidenziali iraniane del 2021, una tornata elettorale con l’affluenza più bassa nella storia della Repubblica Islamica. In precedenza aveva guidato la magistratura iraniana e corso senza successo per la presidenza nel 2017 contro Hassan Rouhani.

Quando era ancora un giovane studente, Raisi si unì alle proteste di massa contro lo Scià sostenuto dall’Occidente nel 1979, ma nel frattempo proseguì gli studi all’Università Shahid Motahari di Teheran, dove conseguì un dottorato in giurisprudenza e diritto islamico. Entrando in magistratura, Raisi, a soli venticinque anni – come molti altri giovani della sua generazione – si trovò catapultato in una carica importante, nel suo caso come vice procuratore di Teheran. Raisi era inoltre sotto sanzioni da parte degli Stati Uniti per il suo coinvolgimento nelle esecuzioni di massa di migliaia di prigionieri politici nel 1988 alla fine della sanguinosa guerra Iran-Iraq, per le quali venne soprannominato “macellaio di Teheran”.

Contro le proteste del movimento Donne, vita, libertà

Sostenitore di valori profondamente conservatori sul fronte interno, per placare la base conservatrice, Raisi e il suo governo avevano rafforzato la polizia morale e reimposto restrizioni alla società. Questa politica aveva portato tra le altre cose alle proteste scandite dal coro “Donne, vita, libertà”, scatenate dalla morte in custodia della polizia di Mahsa Amini nel 2022.

A marzo una commissione investigativa delle Nazioni Unite ha concluso che l’Iran è stato responsabile della “violenza fisica” che ha portato alla morte di Amini dopo il suo arresto per non aver indossato l’hijab. Le manifestazioni di dissenso sono state le più grandi e lunghe nei quasi cinquant’anni anni di storia del regime iraniano, provocando una repressione di Stato senza precedenti, con oltre cinquecento manifestanti uccisi e centinaia di altri feriti, scomparsi e detenuti. Durante le proteste, Raisi era intervenuto con grande durezza, rafforzando le restrizioni e la repressione del regime. Alcuni media riportano che alla notizia della sua morte, sono stati esplosi fuochi d’artificio e in alcune chat è stato espresso sollievo per la morte del presidente, segno che la società iraniana è profondamente spaccata.

Fonte : Wired