Lunedì 20 maggio è un giorno critico per il fondatore di Wikileaks, Julian Assange. Perché il giornalista e fondatore del sito che raccoglieva dati e informazioni riservate scoprirà se potrà fermare la sua estradizione negli Stati Uniti, dove deve affrontare un processo con l’accusa di aver divulgato segreti militari e rischia una condanna fino a 175 anni di carcere. Recentemente l’Alta Corte del Regno Unito ha stabilito che Assange, recluso nel carcere inglese di massima sicurezza di Belmarsh, avrebbe potuto presentare un nuovo appello se gli Stati Uniti non avessero fornito nuove garanzie relative a un processo equo.
Il 26 marzo scorso la Corte ha dichiarato che avrebbe ritardato la sua decisione fino al 20 maggio e ha chiesto agli Stati Uniti di fornire una serie di garanzie, tra cui la possibilità che Assange possa fare affidamento sul primo emendamento della costituzione degli Stati Uniti, che protegge la libertà di parola o che non sarebbe stato condannato a morte se successivamente condannato per ulteriori crimini legati a WikiLeaks. Assange non è accusato di alcun reato negli Stati Uniti che preveda la pena di morte: tuttavia, i suoi avvocati temono che potrebbe essere ulteriormente accusato di tradimento o spionaggio in futuro.
La storia di Assange
Da adolescente, Julian Assange ha iniziato nel campo della programmazione: nel 1995, è stato multato per reati di hacking nel suo paese natale, l’Australia, ma ha evitato il carcere. Assange ha fondato il sito web Wikileaks nel 2006 e si sostiene che su questa piattaforma abbia pubblicato oltre cento milioni di documenti, inclusi molti rapporti ufficiali confidenziali o riservati relativi a guerra, spionaggio e corruzione. Nel 2010 ha rilasciato un video da un elicottero militare statunitense che mostrava civili uccisi nella capitale irachena Baghdad. Ha anche pubblicato migliaia di documenti riservati forniti dall’ex analista dell’intelligence dell’esercito statunitense Chelsea Manning. Questi documenti suggerivano che l’esercito statunitense avesse ucciso centinaia di civili in incidenti non riportati durante la guerra in Afghanistan.
Nel 2019 il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha descritto le fughe di notizie di Wikileaks come “una delle più grandi compromissioni di informazioni classificate nella storia degli Stati Uniti“. Gli avvocati delle autorità statunitensi hanno affermato che la pubblicazione delle informazioni aveva messo varie persone in Afghanistan e Iraq “a rischio di gravi danni, torture o addirittura morte“, mentre Assange ha insistito sul fatto che i file rivelavano gravi abusi da parte delle forze armate statunitensi e che il caso contro di lui era politicamente motivato. È stato accusato di aver cospirato per entrare nei database militari per acquisire informazioni sensibili.
Le autorità statunitensi hanno successivamente avviato le procedure di estradizione per portare Assange negli Stati Uniti: la richiesta di estradizione del 2019 è stata concessa dopo una serie di udienze in tribunale. Tuttavia, Assange ha lottato per annullare la decisione: nel 2021, l’Alta Corte del Regno Unito ha stabilito che poteva essere estradato e nel 2022, la Corte Suprema ha confermato tale decisione e l’allora segretaria degli Interni britannica, Priti Patel, ha confermato l’ordine di estradizione. Tuttavia, Assange è tornato all’Alta Corte nel febbraio 2024 per presentare appello. Se condannato negli Stati Uniti, i suoi avvocati hanno reso noto che il fondatore di Wikileaks rischia fino a centosettantacinque anni di carcere, anche se il governo americano afferma che una pena da quattro a sei anni è più probabile.
In questi anni, Stella Assange, moglie di Julian e di professione legale, ha combattuto una dura battaglia per non spegnere i riflettori sulla vicenda del fondatore di Wikileaks e ottenere giustizia, evitando l’estradizione. Assange è l’unico giornalista recluso a Belmarsh. Stella Assange sarà a Milano in occasione del Wired Next Fest, il 15 e 16 giugno al Castello Sforzesco.
Fonte : Wired