Intelligenza artificiale, gli attivisti che protestano contro l’AI non hanno le idee chiare

Lunedì scorso, davanti alla sede londinese del Dipartimento britannico per la scienza, l’innovazione e la tecnologia, una ventina di manifestanti hanno iniziato a scandire un coro. “Cosa vogliamo? Un’AI sicura! Quando la vogliamo?”. A quel punto, un momento di esitazione: “Più avanti?“, propone qualcuno. Il gruppo, composto per lo più da giovani uomini, si consulta per un attimo prima di riprendere con un nuovo canto: “Cosa vogliamo? Mettere in pausa l’intelligenza artificiale! Quando lo vogliamo? Adesso!“.

Il movimento anti-AI

Questi manifestanti fanno parte di Pause AI, un gruppo di attivisti che chiede alle aziende nel settore di sospendere lo sviluppo dei grandi modelli di intelligenza artificiale per paura che possano rappresentare un pericolo per il futuro dell’umanità. Le proteste dell’organizzazione si stanno svolgendo in tutto il mondo: San Francisco, New York, Berlino, Roma, Ottawa e altre città ancora. L’obiettivo è quello di attirare l’attenzione di elettori e di politici, in vista del vertice sull’AI di Seul, in Corea del Sud, che farà seguito a quello che si è tenuto nel Regno Unito lo scorso novembre.

Ma il collettivo sta ancora cercando di capire quale sia il modo migliore di veicolare il proprio messaggio. “Il vertice non ha portato a una regolamentazione significativa“, afferma Joep Meindertsma, fondatore di PauseAI. Anche se dalla conferenza è scaturita la Dichiarazione di Bletchley, l’attivista sostiene che l’accordo abbia poco significato: “È solo un primo passo, quello di cui abbiamo bisogno sono trattati internazionali vincolanti“.

La principale richiesta di PauseAI è quella di sospendere l’addestramento dei nuovi sistemi di intelligenza artificiale più potenti di Gpt-4, il modello AI di OpenAI. Il gruppo si rivolge a tutti i paesi, ma in particolare gli Stati Uniti, che ospitano la maggior parte delle aziende nel settore. Ma chiede anche a tutti gli stati membri dell’Onu di firmare un trattato che istituisca un’agenzia internazionale per la sicurezza dell’AI, incaricata di autorizzare i nuovi sviluppi dei sistemi di intelligenza artificiale e l’addestramento di modelli di grandi dimensioni.

Fonte : Wired