Papa, Pentecoste: ‘Lo Spirito porti ad aprire porte di pace’

Durante la Messa in San Pietro il pontefice ha parlato delle caratteristiche dello Spirito Santo di “forza” e “gentilezza”. L’invito “ad annunciare il Vangelo a tutti”. “Continuiamo a parlare di pace a chi vuole la guerra, a parlare di perdono a chi semina vendetta”, ha aggiunto. Dopo la recita del Regina Caeli: lo Spirito Santo “doni ai governanti il coraggio di compiere gesti di dialogo”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Dal cenacolo di questa Basilica, come gli Apostoli, siamo inviati, oggi specialmente, ad annunciare il Vangelo a tutti”. È questo l’invito che oggi, Domenica di Pentecoste, durante l’omelia della Santa Messa delle 10 Papa Francesco ha rivolto ai numerosi fedeli raccolti in San Pietro. Un annuncio che è sostenuto dalla “forza” e della “gentilezza” dello Spirito Santo. Forza, non prepotenza e imposizioni – “il cristiano non è prepotente”, ha detto il Pontefice -, ma “energia che viene dalla fedeltà alla verità”. “Ci arrendiamo allo Spirito, non ci arrendiamo alla forza del mondo”, ha aggiunto il Santo Padre.

“Continuiamo a parlare di pace a chi vuole la guerra, a parlare di perdono a chi semina vendetta, di accoglienza e solidarietà a chi sbarra le porte ed erige barriere”, ha affermato Bergoglio. “A parlare di vita a chi sceglie la morte, di rispetto a chi ama umiliare, insultare e scartare, a parlare di fedeltà a chi rifiuta ogni legame, confondendo la libertà con un individualismo superficiale, opaco e vuoto”. Parole condivise dopo aver approfondito le due caratteristiche dello Spirito Santo – forza e gentilezza – che emergono dal racconto della Pentecoste, tratto dagli Atti degli Apostoli. La forza è dimostrata dai segni “del vento e del fuoco, che spesso nella Bibbia sono associati alla potenza di Dio”. Lo Spirito con la sua forza ha la capacità di entrare nel cuore “arido, rigido e gelido” di ciascuna persona e guarire “tutto”. 

Allo stesso tempo, vento e fuoco “non distruggono né inceneriscono quello che toccano: l’uno riempie la casa in cui si trovano i discepoli e il fuoco si posa delicatamente, in forma di fiammelle, sul capo di ciascuno”. Questa gentilezza, anche delicatezza, è “un tratto dell’agire di Dio”, che ugualmente si trova sovente nelle Scritture. “Noi possiamo gustare, dopo la fatica del combattimento contro il male, la dolcezza della misericordia e della comunione con Dio – ha affermato Papa Francesco -. Così è lo Spirito: forte. Ci dà la forza per vincere. È anche delicato”. È lo Spirito Santo che fa dire a Pietro e Giovanni davanti al Sinedrio: “Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (At 4, 20). 

La gentilezza infusa dallo Spirito Santo spinge all’accoglienza di tutte le persone. “Tutti, tutti, tutti”, ha ripetuto il Pontefice. “Buoni e cattivi”. Questo agire dev’essere accompagnato dalla speranza, “che non è ottimismo – ha spiegato -. Si figura come quell’ancora, lì alla riva, e noi con la corda”. Il grande bisogno di speranza è la necessità di “alzare gli occhi su orizzonti di pace, di fratellanza, di giustizia e di solidarietà. È questa l’unica via della vita, non ce n’è un’altra”. Una strada in salita e tortuosa, per nulla facile, ma che non si percorre in solitudine perché “non siamo soli, abbiamo questa sicurezza: che con l’aiuto dello Spirito Santo, con i suoi doni, insieme possiamo percorrerla e renderla sempre più percorribile anche per gli altri”. L’omelia è stata conclusa con queste parole: “Vieni, Spirito Creatore, illumina le nostre menti, riempi della tua grazia i nostri cuori, guida i nostri passi, dona al nostro mondo la tua pace”.

Dopo la celebrazione, affacciatosi a partire da mezzogiorno dalla finestra del Palazzo Apostolico per la recita del Regina Caeli, dopo la preghiera mariana il Pontefice ha affermato: “Lo Spirito Santo è colui che crea l’armonia. L’armonia. E la crea a partire da realtà differenti. A volte anche conflittuali”. È stata condiviso il desiderio di armonia per il “mondo intero”, anche “fra cristiani delle diverse confessioni”. Lo Spirito Santo “doni ai governanti il coraggio di compiere gesti di dialogo, che conducano a porre fine alle guerre”, ha aggiunto. Ricordando i tanti Paesi che vivono la guerra – come l’Ucraina, di cui è stata ricordata la città di Kharkiv “che ha subito un attacco due giorni fa”, ma anche la Terra Santa. “Pensiamo a tanti posti dove ci sono le guerre, che lo Spirito porti ai responsabili delle nazioni e a tutti noi ad aprire porte di pace”. 

Fonte : Asia