Biennale di Venezia, come gli artisti denunciano gli orrori delle guerre

Dalle guerre attuali a quelle passate, giungendo fino alle recenti minacce sul possibile scoppio di conflitti futuri. La 60esima Esposizione biennale internazionale d’arte di Venezia, Stranieri ovunque – Foreigners Everywhere, parla anche di questo e di tanto altro. Il titolo è tratto da una serie di lavori realizzati a partire dal 2004 dal collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e con sede a Palermo. La mostra si articolerà tra il Padiglione centrale ai giardini e l’Arsenale in due nuclei distinti: Contemporaneo e Storico.

I conflitti

Se nell’edizione precedente aveva fatto notizia la cancellazione della partecipazione russa, per scelta del curatore e degli artisti invitati alla luce dell’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio 2022, quest’anno a tenere banco per forza di cose è la guerra nella Striscia di Gaza. Infatti, il conflitto rinfocolato in Medio Oriente dopo l’attacco di Hamas in Israele dello scorso 7 ottobre, ha scaturito una maggiore attenzione mediatica degli artisti sull’ennesimo eccidio di vittime civili.

Forse, non poteva essere diversamente. La Biennale è per antonomasia un palcoscenico ambito da cui esibire gli sviluppi dell’arte più interessanti e che, spesso, sono anche lo specchio delle maggioranze politiche al potere e di quanto accade nel proprio paese. In passato, proprio questa potenza comunicativa dell’arte è stata sfruttata dalla propaganda, come nel caso delle Biennali del 1940 e del 1942, dove i totalitarismi ne fecero ampio sfoggio.

Il curatore

Adriano Pedrosa, nato in Brasile, è il primo curatore dell’esposizione di origine sudamericana. Proprio per questo ha scelto di dare maggiore spazio agli artisti del sud del mondo. Nella mostra principale, Stranieri ovunque – Foreigners Everywhere, colpisce immediatamente il visitatore il sorprendente dipinto del collettivo indigeno Mahku all’ingresso del Padiglione Centrale. Questa sezione comprende anche opere della diaspora artistica italiana nel mondo lungo il corso del XX secolo. La mostra che è stata inaugurata con la conferenza dello stesso Pedrosa insieme al neo presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco lo scorso 17 aprile, sarà visitabile fino al 24 novembre 2024.

Fonte : Wired