Ferrari, abbiamo provato il suo simulatore F1 (ed è come stare in pista)

In 150 millisecondi possono accadere molte cose. La luce riesce a completare abbondantemente un giro intorno all’equatore. Un’ape sbatte le ali 30 volte. La pulsar M13B, che si trova nella costellazione di Ercole, ruota più di 42 volte. Tutto questo nella durata di un battito di ciglia, che incidentalmente richiede proprio 150 millisecondi.

Ma i millisecondi sono fondamentali anche nel mondo dei simulatori di auto da corsa. Per fare bene il proprio lavoro, questi dispositivi devono essere il più realistici possibile. La latenza, ovvero il ritardo tra l’input dell’utente (la pressione sul pedale dell’acceleratore, per esempio) e una risposta visibile del sistema (l’accelerazione dell’auto virtuale), è la principale nemica dei simulatori di guida. Una latenza elevata distrugge l’illusione del realismo, rendendo l’esperienza di guida poco fluida e lontana dalle sensazioni che si sperimentano alla guida di un’auto reale.

La maggior parte dei simulatori domestici, anche quelli di lusso e di fascia alta come lo splendido Prodrive (progettato da Ian Callum, ex direttore del design di Jaguar), hanno una latenza di circa 50 millisecondi o più. Potrebbe sembrare un valore accettabile, ma se lo si aggiunge al tempo di reazione umana (quello medio di un pilota di Formula 1 è pari a 200 millisecondi), il tempo di reazione complessivo in simulazione aumenta del 25% rispetto a quello di un’auto vera. Ecco perché un simulatore, per quanto divertente, non riesce mai a replicare fedelmente la sensazione di guidare una vera auto da corsa.

Il simulatore Dynisma

Questo almeno prima di Dynisma, un’azienda di simulatori che ha sede nei dintorni di Bristol, nell’Inghilterra occidentale. Fondato nel 2017 da Ash Warne, ex ingegnere di Formula 1 per McLaren e Ferrari, l’obiettivo del produttore è quello di migliorare le simulazione delle corse automobilistiche e allo stesso tempo contribuire allo loro ruolo nello sviluppo delle auto tradizionali. Il settore automobilistico spende circa 8 miliardi di euro all’anno per realizzare prototipi fisici. Simulatori più avanzati ridurrebbero il numero dei prototipi comportando un considerevole risparmio di costi.

Fonte : Wired