“Dopo quasi dieci anni, ho deciso di lasciare OpenAI” ha scritto Ilya Sutskever sul social X di Elon Musk, che tra le altre cose è stato uno dei primi investitori dell’azienda che ha creato ChatGpt.
“La traiettoria di OpenAI è stata a dir poco miracolosa” ha aggiunto Sutskever, annunciando le sue dimissioni da direttore scientifico.
“È stato un onore lavorare insieme e mi mancherete moltissimo – ha scritto inoltre l’informatico – “Sono entusiasta di ciò che arriverà dopo, un progetto che per me è molto importante al livello personale e di cui condividerò i dettagli a tempo debito”.
Il Ceo di OpenAI, Sam Altman, ha salutato Sutskever con un post sui social che contienet anche il nome del nuovo Chief Scientist dell’azienda, Jacob Pachocki.
“Ilya e OpenAI si separeranno e questo mi rende molto triste – ha scritto Altman -. Ilya è senz’altro una delle menti più brillanti della nostra generazione, oltre a essere un caro amico”.
Altman e gli altri top manager di OpenAI, tra cui Mira Murati e Greg Brockman, ripetono da sempre – soprattutto nei periodi più bui – che l’azienda che hanno fondato è come una grande famiglia. “OpenAi è niente senza la sua gente”, scrivono i dipendenti dell’azienda sui social quando c’è da compattarsi di fronte alle difficoltà.
Qui sopra, una recente foto di gruppo che ritrae Sutskever insieme ai top manager di OpenAI
Ma tra Altman e Sutskever, nonostante le parole di stima e i cuori scambiati sui social, non corre buon sangue da tempo.
Sutskever ha fondato OpenAI insieme a Sam Altman e a un ristretto gruppo di ricercatori nel 2015. Inizialmente OpenAI era un laboratorio di ricerca no-profit. La sua missione era quella di inseguire l’AGI – una forma di intelligenza artificiale capace di eguagliare o superare le capacità umane – a beneficio dell’umanità.
Col passare degli anni Altman e Sutskever si sono allontanati.
Altman ha spinto sull’acceleratore per trasformare OpenAI in un’azienda a caccia di profitti, stringendo un accordo miliardario con Microsoft. Sutskever invece ha sempre frenato sulla commercializzazione dell’IA, esprimendo più volte timori sui possibili rischi legati a una tecnologia di cui l’uomo potrebbe perdere controllo.
Lo scorso novembre Sutskever ha avuto un ruolo chiave nell’allontanamento di Sam Altman da OpenAI, durato solo pochi giorni. L’informatico ha poi cambiato idea, appoggiando il ritorno di Altman in azienda: “Mi pento profondamente della mia partecipazione all’operato del board [il consiglio di amministrazione di OpenAI che all’epoca ha licenziato Altman, Nda]. Non intendevo in alcun modo danneggiare OpenAI”.
Ma da quando Altman ha ripreso le redini dell’azienda, lo scorso 21 novembre, di Ilya Sutskever si sono perse le tracce.
L’ex direttore scientifico di OpenAI è rimasto nell’ombra sei mesi. In silenzio. Le prime parole che ha detto, dopo tutto questo tempo, sono servite per annunciare le sue dimissioni.
Ilya Sutskever, nato in Russia nel 1985, è noto per il suo contributo agli studi sull’intelligenza artificiale da prima che nascesse OpenAI. Sutskever si è messo in mostra con il suo lavoro sull’apprendimento profondo delle reti neurali, che ha portato allo sviluppo di algoritmi in grado di apprendere in modo simile agli esseri umani.
Sutskever ha conseguito il dottorato di ricerca all’Università di Toronto sotto la supervisione di Geoffrey Hinton, uno dei padri fondatori dell’IA moderna. Durante questo periodo, Sutskever ha collaborato a progetti innovativi che hanno gettato le basi delle IA generative che oggi stupiscono grazie alla loro capacità di imitare la creatività umana.
Nel 2011 Sutskever si è unito a Google Brain, un team di ricerca di Big G dedicato all’IA. In Google, Sutskever ha contribuito a sviluppare un’architettura neurale rivoluzionaria che ha permesso alle macchine di elaborare il linguaggio naturale. Questo lavoro ha avuto un impatto significativo su diverse aree dell’intelligenza artificiale, tra cui la traduzione automatica.
Sutskever ha poi co-fondato OpenAI nel 2015. In qualità di Chief Scientist di OpenAI, l’informatico russo ha guidato la ricerca e lo sviluppo di modelli di IA come Gpt-3, noto per la sua capacità di generare testi che potrebbe scrivere una persona in carne e ossa.
Sutskever è anche un divulgatore appassionato dell’IA. Ha tenuto numerosi discorsi e scritto articoli che spiegano i concetti più complessi di questa tecnologia. A questo proposito, vale la pena guardare un suo Ted dal titolo “L’affascinante e pericoloso viaggio verso l’AGI”, in cui Sutskever spiega che cos’è l’artificial general intelligence a cui punta, fin dalla sua fondazione, OpenAI.
Fonte : Repubblica