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Dopo il pronunciamento dell’Agcom è saltato il duello tv tra Schlein e Meloni per le elezioni europee. Conte lancia la sfida a Meloni: “Cara Giorgia che farai adesso? Ti tirerai indietro rispetto a un confronto con il sottoscritto e gli altri leader? Dai, vieni da Mentana”.
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Addio al faccia a faccia in tv tra la presidente del Consiglio Meloni e al segretaria del Pd Elly Schlein. Dopo il parere dell’Agcom, secondo cui il duello tra Meloni e Schlein per le elezioni europee, in programma per il prossimo 23 maggio, sarebbe stato legittimo solo se il format fosse stato accettato “da una larga maggioranza delle liste in competizione elettorale e comunque dalla maggioranza delle liste con rappresentanza in Parlamento”, il confronto organizzato da Bruno Vespa è saltato.
A favore del format, oltre a FdI e Pd, si era già espresso il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini, e anche il leader di Iv, Matteo Renzi (in rappresentanza della lista Stati Uniti d’Europa). Contrario invece il vicepremier azzurro e segretario di FI, Antonio Tajani, che ha più volte ribadito di essere disponibile a un confronto tra tutti i leader. Stesso discorso per il segretario di Azione, Carlo Calenda, per il M5s di Giuseppe Conte e per Avs.
“Soltanto quattro delle otto liste rappresentate in Parlamento hanno accettato l’invito di Rai a un confronto a due tra leader sulla base della forza rappresentativa. Per questo motivo, in assenza della maggioranza richiesta dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Rai ritiene di non poter programmare alcun confronto nei termini precedentemente proposti. Il Servizio Pubblico continuerà a garantire, come ha sempre fatto, il rispetto della Par Condicio nei notiziari e nei programmi di approfondimento con l’equilibrio e la correttezza riconosciuti dalla stessa Autorità”, si legge in una nota di Viale Mazzini diffusa questa mattina.
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Cosa è accaduto? Lo scorso 14 maggio la presidente della commissione di vigilanza Rai, Barbara Floridia, aveva inviato una lettera al presidente di Agcom e ai vertici Rai, per ricevere rassicurazioni e garanzie sul rispetto della parità di condizioni e di trattamento per tutti i partecipanti alle elezioni di giugno, evitando che alcune forze politiche potessero essere più avvantaggiate rispetto ad altre. Anche Michele Santoro aveva scritto al presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella.
“Il confronto tra i leader è fondamentale per il dibattito democratico, ma le regole devono essere rispettate sempre e comunque. Questo è il ruolo di una presidente di garanzia e questo è quello che ho fatto. Spetta alle forze politiche trovare adesso il modello più idoneo nel solco della pronuncia di AgCom e delle delibere delle autorità competenti”, scrive la presidente della Commissione di Vigilanza Rai Floridia, sul suo profilo Facebook, commentando la risposta arrivata ieri dall’Agcom.
“L’Autorità – sottolinea Floridia – ha risposto evidenziando che è necessario coinvolgere tutti i leader ed avere l’ok almeno della maggioranza per poter procedere con un determinato format. Il messaggio è chiaro: organizzare (e pubblicizzare) un confronto solo a due crea un’evidente disparità”.
“Le elezioni #europee – aggiunge – saranno un appuntamento cruciale per tutti noi. È fondamentale che l’informazione sia il più possibile equilibrata e corretta, e che vengano offerti a tutte le forze politiche spazi adeguati per potersi presentare agli elettori, come prescritto dalla legge e dai regolamenti. Se questo vale per tutti, a maggior ragione deve valere per il Servizio Pubblico”.
La replica di Bruno Vespa
Bruno Vespa, conduttore di Porta a Porta, commenta in una nota: “Nelle ultime due tornate elettorali (2022/2024) non ci è stato possibile trasmettere confronti tra il presidente del Consiglio (ieri Letta, oggi Meloni) e il leader più rappresentativo dell’opposizione (ieri Meloni, oggi Schlein). Ci è stato proibito il confronto tra due donne che per la prima volta nella storia italiana sono al vertice nei rispettivi ruoli. È una vittoria della democrazia? Non ne sono convinto. Tutte le forze politiche hanno sempre avuto e sempre avranno il giusto spazio nelle nostre trasmissioni. E nel 2024 i quattro partiti favorevoli al confronto (FdI, Pd, Lega e Stati Uniti d’Europa ) rappresentano il 63.32 per cento delle forze parlamentari. L’ esasperazione della par condicio non giova a nessuno. Non a caso i tecnici ne invocano da tempo la revisione. Si avrà il coraggio di farlo?”.
Botta e risposta Pd-M5s
“Prendiamo atto che c’è chi preferisce rinunciare a un confronto in prima serata, pur di negarlo alle due donne che guidano i primi due partiti d’Italia – scrive il Pd in una nota -. Sarebbe stato un momento di chiarezza per il Paese, un’occasione utile per ribadire le proposte del Pd sulla sanità, sui salari, sul clima e sull’Europa federale. E per contestare le scelte e l’inefficienza di un governo che dopo un anno e mezzo ha peggiorato le condizioni materiali delle persone. Continueremo a portare in giro le nostre proposte in tutto il Paese con le 100 tappe per l’Europa che vogliamo”.
“L’affannosa insistenza che il Partito democratico ha mostrato per un confronto che avrebbe violato con tutta evidenza le regole della par condicio lascia molto interdetti. Nasconde una pretesa sul mondo dell’informazione che si vorrebbe improntato a una narrazione duale”, afferma il deputato del M5s Dario Carotenuto, capogruppo in Vigilanza Rai.
“Questo rafforza i dubbi su quale sia la visione del Pd. Perché la postura non può cambiare a seconda delle convenienze. Al responsabile informazione Sandro Ruotolo, di cui abbiamo apprezzato anche alcune critiche, e che oggi è in veste anche di candidato, chiediamo se il Pd di oggi è sempre quello che a parole vuole cambiare la governance Rai, o in realà è rimasto quello che ha votato pochi anni fa quella che l’ha consegnata al governo. Le parole sono boomerang se i fatti vanno nella direzione opposta”, conclude Carotenuto.
Conte sfida Meloni da Mentana: “Ti tirerai indietro?”
“Il confronto tv che Meloni e Schlein hanno apparecchiato da mesi in Rai è stato giudicato lesivo della parità di trattamento rispetto alle altre forze politiche che partecipano a questa competizione elettorale per le europee – commenta in un post su Facebook il leader M5S Giuseppe Conte – Con una legge elettorale che prevede un sistema proporzionale puro, per cui ogni forza politica corre per sé, questo confronto mirava a polarizzare il voto, a scapito di tutte le altre proposte politiche. Insomma, si è provato a ingannare gli elettori, un po’ come con le ‘finte’ candidature dei leader che purtroppo troveremo nelle schede elettorali per racimolare qualche voto in più. Spiace che ci sia stato bisogno di una pronuncia dell’Agcom a tutela della libera e completa informazione dei cittadini, quando sarebbe bastato un po’ di buon senso e di rispetto verso gli elettori, che non meritano queste ‘furbate’. Cara Giorgia che farai adesso? Ti tirerai indietro rispetto a un confronto con il sottoscritto e gli altri leader? Dai, vieni da Mentana”.
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Fonte : Fanpage