Truffa sull’ecobonus, sequestri in dieci regioni

Dieci regioni e 311 soggetti economici coinvolti, in una serie di truffe con ecobonus e bonus facciate dal valore di circa un miliardo di euro. Come riporta Il Sole 24 Ore, il 16 maggio in seguito a indagini compiute dalla guardia di finanza del comando provinciale di Savona, il gip ha emesso un decreto di sequestro preventivo per tale importante cifra nei confronti di oltre tre centinaia di soggetti detentori di crediti d’imposta in Liguria, Piemonte, Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige, Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Campania e Puglia.

Il lavoro degli inquirenti ha fatto emergere la sostanziale inesistenza dei crediti d’imposta, legati del tutto a fatture false relative a lavori da eseguire o in corso di esecuzione su beni immobili di proprietà di soggetti residenti nella provincia di Savona. Proprio da lì, le indagini si sono peraltro estese, portando la guardia di finanza a scoprire come lo schema messo in campo dalle società che operavano nel territorio savonese fosse stato replicato nel resto del paese da altre aziende del comparto. Di fatto, queste ultime si sono rivelate essere società fantasma, di cui il fisco non aveva contezza o ne aveva minimamente, dunque “prive di immobili a cui poter associare le lavorazioni edilizie finalizzate all’ottenimento dell’agevolazione in parola così come di fatture attive/passive volte a comprovare l’effettiva esecuzione dei lavori”.

Relativamente alle prerogative dei soggetti coinvolti, alcuni percepivano il reddito di cittadinanza, altri avevano precedenti penali anche “nel settore della spesa pubblica”, altri ancora avevano generato e accettato crediti con loro parenti. Alcune delle società che avevano generato i crediti fittizi ne avevano anche acquistati altri, come per esempio “un soggetto che aveva acquistato crediti in qualità di persona fisica da una società da lui stesso rappresentata”. Alcune delle persone coinvolte avevano già effettuato l’indebita compensazione dell’ecobonus, mentre un’altra aveva acquisito crediti fittizi dal valore nominale di centinaia di milioni, “a fronte di un irrisorio corrispettivo effettivamente versato”.

Fonte : Wired