Le notizie di oggi: continuano i violenti scontri in Nuova Caledonia. Crescono le importazioni degli Stati Uniti dal Vietnam, sostenute dalle esportazioni cinesi. Facebook rimuove e poi ripubblica i post con la notizia dell’incontro del premier malese Anwar Ibrahim con un leader di Hamas. Un ex ufficiale dell’esercito indiano il funzionario Onu ucciso a Gaza in un presunto attacco israeliano. La Thailandia scambia i dissidenti stranieri con gli attivisti politici thai all’estero.
CINA – RUSSIA
Il presidente cinese Xi Jinping ha dato il benvenuto al presidente russo Vladimir Putin, arrivato oggi in Cina per una visita di Stato. “La Cina è pronta a essere sempre un vicino fidato, un amico e un partner della Russia” ha detto nel discorso di apertura Xi, da poco tornato da un tour europeo durante il quale ha promesso di non vendere armi alla Russia. Il commercio tra Cina e Russia ha raggiunto la cifra record di 240 miliardi di dollari nel 2023, più del doppio dei 108 miliardi di dollari raggiunti nel 2020, in gran parte trainato dalle importazioni cinesi di petrolio russo e dalle esportazioni di automobili, elettronica e attrezzature industriali.
USA – VIETNAM
Gli Stati Uniti, che hanno incrementato i dazi nei confronti della Cina, hanno anche notevolmente incrementato le importazioni dal Vietnam, che fa affidamento sull’input cinese per gran parte delle sue esportazioni. In altre parole, il boom delle esportazioni dal Vietnam è stato alimentato dalle importazioni dalla Cina. Il Paese del sud-est asiatico lo scorso anno ha registrato un surplus con Washington vicino a 105 miliardi di dollari, 2 volte e mezzo maggiore rispetto al 2018 e ha ora il quarto surplus commerciale più alto con gli Stati Uniti, dopo a Cina, Messico e Unione Europea.
NUOVA CALEDONIA
Continuano le proteste in Nuova Caledonia: finora sono state uccise quattro persone e le forze armate sono state schierate in difesa degli aeroporti e del porto. Circa 200 persone sono state arrestate e 64 gendarmi feriti. La Francia, che governa l’isola ha imposto lo stato di emergenza. I disordini sono scoppiati per il disegno di legge adottato martedì a Parigi, che permetterà ai residenti francesi che vivono in Nuova Caledonia da 10 anni di votare alle elezioni provinciali, riducendo secondo gli abitanti locali il peso del voto degli indigeni Kanak.
MALAYSIA
Meta ha ripristinato i post Facebook dei media malesi riguardanti l’incontro, avvenuto il 13 maggio in Qatar, tra il primo ministro Anwar Ibrahim e Ismail Haniyeh, leader di Hamas, affermando che erano stati rimossi per errore. Il governo malese, che sostiene la causa palestinese, aveva protestato contro la rimozione della notizia. Anwar ha sottolineato che, nonostante i buoni rapporti con i leader politici di Hamas, non ha alcuna relazione con l’apparato militare.
INDIA – GAZA
Il governo indiano ha dichiarato di essere “profondamente rattristato” per l’uccisione di uno dei suoi ufficiali dell’esercito in un presunto attacco israeliano nella Striscia di Gaza. Waibhav Anil Kale, 46 anni, era andato in pensione come colonnello dell’esercito indiano nel 2022 e lavorava come ufficiale di coordinamento della sicurezza presso il Dipartimento di Sicurezza e Protezione delle Nazioni Unite nella zona di Rafah. Era in viaggio verso l’ospedale quando il suo veicolo è stato attaccato.
THAILANDIA
Secondo Human Rights Watch, in Thailandia, negli ultimi 10 anni, c’è stato un aumento della repressione contro gli attivisti e i dissidenti stranieri. Un recente rapporto dell’organizzazione umanitaria afferma che le autorità thai hanno consegnato i dissidenti stranieri in cambio di critici del governo tailandese che vivono all’estero, soprattutto con la Cina, il Bahrein e altri Paesi del sud-est asiatico. Nella maggior parte dei casi gli arresti e i rimpatri sono avvenuti senza un giusto processo.
ARMENIA
Dopo la marcia dalle zone di frontiera fino a Erevan, si è costituito il movimento di opposizione armeno “Tavows in nome della Patria”, guidato dall’arcivescovo Bagrat Galstanyan dell’eparchia di Tavows, con il sostegno dei vertici della Chiesa Apostolica per chiedere la fine delle trattative con l’Azerbaigian e le dimissioni del premier Pašinyan.
KAZAKISTAN
Sulla stampa del Kazakistan si discute della resistenza del presidente Kasym-Žomart Tokaev di fronte alle proposte russe di costruire una nuova centrale nucleare nel Paese, per far fronte al deficit di energia elettrica che sta diventando sempre più pesante, e secondo il politologo Dosym Saltaev “Tokaev non vuole dipendere da Mosca, facendo la fine di Lukašenko”.
Fonte : Asia