La sugar tax slitta a luglio 2025: cosa succede ora

L’introduzione della sugar tax – l’imposta sulle bevande che contengono zucchero – slitta al 2025. È stato raggiunto l’accordo in Commissione Finanze al Senato a posticipare l’avvio della tassa al primo luglio 2025. “È una nostra vittoria”, commenta il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri, confermando l’intesa raggiunta nella maggioranza nonostante le frizioni. 

Cosa prevede la tassa

L’imposta è diventata – insieme allo spalma-crediti del superbonus – un caso politico vista la netta contrarietà di Forza Italia all’introduzione del balzello. Ora però bisognerà trovare le risorse necessarie per fare a meno delle entrate che avrebbe garantito la misura. La Lega punta a ridurre i fondi destinati alle missioni internazionali, ma sul punto la quadra deve essere ancora trovata. 

La misura, approvata nel 2020 dal governo Conte 2 e oggetto di diversi rinvii, mette nel mirino le bibite che contengono più di 25 grammi di zuccheri al litro (bevande gasate, succhi di frutta, energy drink). Per queste bevande è previsto un sovrapprezzo di 10 centesimi in più al litro, 25 centesimi per chilo nel caso di prodotti da diluire. Nella versione ridotta messa a punto dal governo Meloni, il balzello era stato però dimezzato (almeno per i primi sei mesi): 5 euro per ettolitro, mentre per i prodotti predisposti per essere utilizzati previa diluizione la quota è pari a 0,13 euro al chilogrammo. In ogni caso ora l’imposta potrebbe essere rinviata al 2025. 

Il nodo sul Superbonus

Con la sugar tax rinviata di un anno, Forza Italia ottiene sei mesi in più rispetto alla loro proposta di posticipare tutto dal prossimo luglio a gennaio 2025, ma in compenso hanno dovuto cedere sulle modifiche sul decreto Superbonus. Le votazioni in commissione ”sono concluse”, sulla sugar tax “l’abbiamo spuntata, ci sarà il rinvio per un anno, e finché saremo al governo non ci saranno più tasse per gli italiani”. Lo dice Antonio Tajani a prima di domani su Rete4. “Rimane il Superbonus con effetto retroattivo perché i nostri emendamenti sono stati bocciati in commissione, mi spiace e penso che sia un errore. Domani in aula saremo però leali nei confronti del governo”, assicura il vicepremier. Quanto allo scontro con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il leader di Fi dice: “Non c’è nessuna guerra, ci sono posizioni politiche di principio”.

Nella serata del 14 maggio è arrivato il via libera della commissione Finanze del Senato all’emendamento del governo al decreto Superbonus, che è stato approvato con il voto favorevole di Iv e l’astensione di Forza Italia. Non ha partecipato al voto nemmeno in senatore Patton delle Autonomie. L’emendamento del governo al decreto Superbonusè quello che introduce dal 2024 l’obbligo per le spese sostenute con il Superbonus a spalmare le detrazioni su 10 anni, anziché su quattro.

La modifica contiene tra l’altro anche novità per le banche e gli istituti finanziari che per le compensazioni eseguite dal 2025 non potranno più compensare i crediti del Superbonus con i debiti previdenziali. Arrivano inoltre un fondo da 35 milioni per il 2025 per gli interventi in altre aree colpite da terremoti e 100 milioni per quelli relativi al Terzo settore. È previsto inoltre il coinvolgimento dei comuni nei controlli ai cantieri del Superbonus con un ritorno del 50 per cento degli incassi. L’emendamento rinvia infine l’introduzione della plastic tax al luglio 2026. 

Fonte : Today