C’è un esopianeta gigantesco leggero come zucchero filato. Ed è un mistero cosmico

Immaginatevi una colossale palla di leggero, soffice zucchero filato, oppure un gigantesco soffione di tarassaco. E questa palla è un esopianeta. È così che gli scienziati del Laboratorio Exotic dell’Università di Liegi, del Massachusetts Institute of Technology (Mit) e l’Istituto di Astrofisica dell’Andalusia si immaginano Wasp-193b. La descrizione appare sulle pagine della rivista Nature Astronomy, ma è quasi da non crederci perché gli esperti stessi non sanno spiegarsi come possa esistere.

Leggero come zucchero filato

Individuato inizialmente dalla collaborazione internazionale Wide Angle Search for Planets (Wasp, appunto) grazie al metodo del transito in osservazioni protratte tra il 2006 e il 2008 e poi tra il 2011 e il 2012, Wasp-193b si trova a circa 1.200 anni luce di distanza dalla Terra e ruota attorno a una stella (Wasp-193) con caratteristiche simili a quelle del Sole, concludendo un’orbita ogni 6,25 giorni.

Nel Sistema solare, però, non c’è nulla che gli assomigli. Secondo i calcoli degli scienziati che lo hanno descritto, Wasp-103b è un pianeta gigantesco: le sue dimensioni sono circa 1,5 quelle di Giove, mentre la sua massa è circa 0,14 volte quella del gigante gassoso del Sistema solare. La sua densità, dunque, è circa 0,059 grammi per centimetro cubo, contro l’1,33 grammi per centimetro cubo di Giove e i 5,51 grammi per centimetro cubo della Terra. “Il pianeta è così leggero che è difficile pensare a un materiale analogo allo stato solido”, ha confermato Julien de Wit del Mit, tra gli autori dello studio. “Il motivo per cui è simile allo zucchero filato è perché entrambi sono praticamente aria. Il pianeta è fondamentalmente super soffice”.

Il pianeta impossibile

I ricercatori sospettano che Wasp-193b sia costituito prevalentemente da idrogeno ed elio, così come altri giganti gassosi conosciuti, ma le sue dimensioni e la sua densità lo rendono unico tra i circa 5mila esopianeti conosciuti.

Benchè infatti non sia l’esopianeta in assoluto più leggero individuato (Kepler-51d è ancora più rarefatto), è quello più grande. Come questo sia possibile, però, rimane un mistero: con le attuali teorie di formazione dei pianeti, infatti, i ricercatori non se lo spiegano. Dimensioni simili potrebbero essere sostenute solo per poche decine di milioni di anni da un pianeta che ruoti molto vicino alla propria giovane stella, perché il calore intenso farebbe gonfiare un’atmosfera fatta di idrogeno ed elio. Ma il sistema Wasp-193 non è così giovane e i venti solari provenienti dalla stella avrebbero dovuto spazzare via rapidamente un’atmosfera così rarefatta. “Non sappiamo dove collocare questo pianeta in tutte le teorie sulla formazione che abbiamo in questo momento, perché è un valore anomalo tra tutte. Non possiamo spiegare come si è formato questo pianeta”, ha spiegato Francisco Pozuelos, dell’Instituto de Astrofisica de Andalucia. “Osservare più da vicino la sua atmosfera ci permetterà di tracciare un percorso evolutivo di questo pianeta”.

“WASP-193b è un mistero cosmico”, ha concluso Khalid Barkaoui dell’università di Liegi, che ha guidato la ricerca. “Risolverlo richiederà ulteriore lavoro osservativo e teorico, in particolare per misurare le sue proprietà atmosferiche con il telescopio spaziale Jwst e confrontarle con diversi meccanismi teorici che potrebbero provocare un rigonfiamento così estremo”.

Fonte : Wired