Si chiama Air, ma ora pesa più dei Pro. Costa 20 euro più del modello precedente, ma il processore è più potente e il taglio di memoria di base passa a 128 GB. Ha uno schermo Liquid Retina luminoso e nitido, ma la frequenza di refresh massima è di 60 Hz.
L’iPad Air M2, disponibile in Italia dal 15 maggio, è un dispositivo che scende a compromessi, come è da sempre nella natura di questo modello: posizionato subito sotto gli iPad Pro, è il medio-gamma su cui arrivano, con una generazione di ritardo, le novità che debuttano prima su modelli premium. È una strategia consolidata con un chiaro senso commerciale, ma che ogni volta fa sollevare più di un sopracciglio a chi guarda solo alle specifiche.
Abbiamo provato iPad Air M2 in anteprima nel corso del fine settimana, e lasciatecelo dire: ce ne fossero sul mercato di compromessi come questi. È vero, non è l’aggiornamento più interessante di questa tornata di novità primaverili (lo scettro spetta ai nuovi Pro e all’Apple Pencil Pro).
Tuttavia il nuovo processore, i tagli di capacità più generosi e soprattutto la scelta di lanciare due versioni da 11” e 13” rendono il nuovo iPad Air un prodotto meglio posizionato del predecessore e con un rapporto tra prezzo e prestazioni a nostro parere ottimo in un mercato dei tablet in cui la concorrenza Android continua a convincere poco.
Cosa è cambiato, cosa è rimasto uguale
Il design del nuovo iPad Air è rimasto immutato: è la stessa tavoletta di metallo dagli angoli stondati cui ormai siamo abituati da anni, e va bene così. Apple ha inoltre deciso di arrotondare la misura della diagonale da 10,9” a 11”, ma le dimensioni sono rimaste completamente immutate. È una buona notizia per chi volesse aggiornare e ha già vecchi accessori in casa.
Se avete anche un alimentatore USB-C di un precedente modello tenetelo stretto: anche gli iPad arrivano ora nella confezione ecologica super-sottile che contiene un cavetto con presa USB-C a entrambe le estremità ma non il caricatore.
La novità in assoluto più rilevante per la gamma è però l’aggiunta del nuovo modello da 13” (è quello che abbiamo provato noi). È un nuovo taglio che ha molto senso, perché normalizza finalmente la matrice dei prezzi di tutta la famiglia iPad e, a nostro parere, semplifica la scelta d’acquisto.
Una gamma più bilanciata
Si parte con l’iPad di decima generazione con chip A14 Bionic e display da 10.9”, nella versione base da 64 GB Wi-Fi. Poi si sale all’iPad Mini, che ha un chip A15, 64 GB e costa 609 euro (l’unico un po’ fuori scala). Ed ecco gli Air: 128 GB di spazio di memoria di base, chip M2, e prezzo di partenza di 719 euro per il modello 11” Wi-Fi. La versione da 13” parte invece da 969 euro e si piazza nel mezzo a colmare il buco che rimaneva tra gli Air e i modelli Pro.
Come un vecchio iPad Pro M2
Il prezzo di quasi 1000 euro non è da sottovalutare, naturalmente, ma il nuovo Air da 13” è a tutti gli effetti un iPad Pro M2 del 2022 (che è ancora un ottimo dispositivo) solo un po’ depotenziato e di circa 20 grammi più leggero. Dai benchmark che abbiamo condotto su Geekbench 6 e Geekbench ML, la differenza di prestazioni fra il precedente modello Pro e questo iPad Air di nuova generazione è minima: poche centinaia di punti in meno in tutti i testi (GPU, CPU ed NPU), una discrepanza forse dovuta alla differente gestione energetica e alla Ram, che sull’Air da 13” è di 8 GB contro i 16 del vecchio modello Pro.
L’altra differenza fondamentale a favore dell’Air è la posizione della videocamera frontale. Su entrambi i nuovi modelli (11 e 13”) la videocamera passa dal lato corto a quello lungo. Non c’è molto da dire: dopo l’analogo aggiornamento sull’iPad di decima generazione era inevitabile che accadesse ed è molto meglio così. Durante le call è molto più semplice rimanere col volto centrato e l’interlocutore non avrà più l’impressione di parlarvi mentre guardate altrove, come succedeva coi vecchi iPad. Per il resto la videocamera frontale non brilla per qualità ottica ma l’immagine (grazie anche al processamento dell’ISP dell’M2) è più che buona per Zoom, Teams, FaceTime, o qualsivoglia soluzione di videoconferenza. Non c’è FaceID (c’è il sensore di impronte Touch ID sul tasto home).
La differenza sostanziale a favore del nuovo Air la fa la però durata della batteria. Nei tempi ristretti di questa prova in anteprima non abbiamo potuto condurre test rigorosi, ma a livello empirico ci pare evidente che l’autonomia, a parità d’uso intenso, sia migliore sul nuovo iPad Air. È una buona notizia ed è un punto a favore dello schermo da soli 60 Hz rispetto per esempio a un Mini-LED energivoro (e con parecchi problemi di blooming, come quello del Pro M2 del 2022). Qui continuiamo a pensare che sia meglio avere una batteria che dura di più e un iPad che costa meno, anche senza la frequenza di refresh del display maggiore. Sono entrambe caratteristiche assai più rilevanti per il target di questo prodotto. E cioè: studenti, insegnanti, artisti che vogliono darsi alla creatività digitale. E ancora: appassionati di fotografia, videomaker e content creator. Più in generale: chiunque voglia un tablet dal prezzo medio-alto, con prestazioni e caratteristiche medio alte non resterà deluso da questo Air da 13”.
Come va l’iPad Air M2
L’implementazione del chip M2 al posto dell’M1 della precedente generazione offre un salto di prestazioni rilevante e tangibile. All’annuncio non pensavamo che la differenza potesse essere così evidente. Apple dichiara un generico +50% nelle performance su tutta la linea. I benchmark mostrano qualcosa in meno, ma nell’uso delle principali applicazioni creative la differenza c’è e si vede.
Su Lightroom e Photoshop l’applicazione di filtri e preset è sensibilmente più rapida, e così anche tutte le operazioni adattive che si basano sul Machine Learning. Su LumaFusion e iMovie l’esportazione dei filmati è molto più rapida, e così anche la gestione del rendering nell’applicazione.
In generale si ha l’impressione che l’iPad sia più scattante e reattivo. In alcuni casi, come nel multitasking più spinto, con tante tab di Safari aperte mentre si provano a fare export di video, si sente un po’ la mancanza di qualche giga di memoria in più. A parte questi casi limite, ci sentiamo di promuovere appieno l’aggiornamento. Il fatto che Apple abbia già presentato il SoC M4 può invitare a considerare l’M2 come acqua passata. Sarebbe un errore e le prestazioni di questo nuovo iPad Air lo dimostrano.
I software creativi
Gli iPad Air, soprattutto il nuovo modello da 13”, hanno velleità semi-professionali, ma troviamo che risentano meno (per aspirazioni, target e strategia) dei limiti intrinseci di iPadOS (invece quasi invalidanti su mostri di potenza come i Pro M4). Vedremo quali novità arriveranno alla WWDC con la prossima versione del sistema operativo e con l’obbligo imposto dall’UE di aprire anche il software dei tablet al sideloading. Nel frattempo nessuna novità sul fronte software: è sempre il buon vecchio iPadOS 17.4, con i suoi pregi e i suoi difetti.
Ci pensano però una serie di straordinari software creativi ad alzare l’asticella della qualità. Il nuovo Logic Pro 2 per iPad, che abbiamo provato in beta, è un aggiornamento della DAW professionale di Apple che non temiamo di definire sensazionale. Ci sono piaciute in particolare due delle nuove funzioni basate sull’IA. Con i musicisti virtuali della funzione Session Player si possono creare rapidi arrangiamenti dei propri pezzi a partire da un semplice giro di chitarra registrato live: non sempre azzeccano al primo colpo, ma le possibilità di personalizzare e raffinare le tracce generate sono molte e i risultati convincenti. Niente a che vedere con le schifezze generate dalle IA come Suno o Udio: l’umano qui è sempre e comunque al comando.
La funzione Stem splitter è un’altra chicca: permette di creare un master da una traccia mixata, separando le tracce vocali e strumentali. Funziona molto bene con la traccia di prova offerta da Apple. Con altre canzoni la qualità del risultato può variare, ma è mediamente molto alta. Questa funzione di segmentazione audio basata sul deep learning e su alcuni modelli transformer proprietari di Apple aveva già in parte debuttato su Music, dove è possibile creare una traccia karaoke da qualsiasi canzone. Una manna per i producer, perché semplifica in maniera straordinaria il processo di campionamento.
Compratevi una Pencil Pro
Tra le altre applicazioni che abbiamo avuto (poco) tempo di provare in anteprima ci sono la nuova Procreate e Adobe Fresco. In questo caso lo scopo era testare al meglio le caratteristiche della nuova Pencil Pro. Lo stilo di nuova generazione è un salto quantico rispetto al modello precedente. Anche in questo caso ci aspettavamo miglioramenti rispetto alla Pencil di seconda generazione, ma non ci aspettavamo un divario così evidente.
Innanzitutto dal bilanciamento: la Pencil Pro è un po’ più pesante, e in mano quei pochi grammi fanno la differenza in positivo. La novità che cambia tutto però è il feedback tattile. Ora quando si attiva una funzione con il doppio tap o il nuovo ventaglio delle opzioni con un stretta sulla parte frontale della matita lo stilo restituisce una vibrazione. Sembra un dettaglio, ma è una delle cose che più ci ha colpito nel confronto con il modello precedente. Il feedback aptico è un segnale straordinariamente efficace: dice al cervello che la funzione è stata attivata o disattivata senza interferire con la cognizione visiva. Il risultato pratico è che bastano poche ore di pratica per diventare più veloci ed efficaci nell’uso dello stilo. Lo stesso vale per la funzione Squeeze. L’apertura del nuovo ventaglio per la scelta delle opzioni di scrittura è un trionfo di UX Design: la scelta dei colori e del tipo di penna è molto più rapida e intuitiva rispetto alla precedente interfaccia e anche in questo caso si finisce per essere molto più precisi ed efficienti.
Dovessimo isolare una singola novità di questa tornata di aggiornamenti degli iPad, non avremmo dubbi: Pencil Pro è l’aggiornamento più impressionante di tutti. Il nostro consiglio qui è cristallino: se avete intenzione di comprare un iPad Air, fate uno sforzo e aggiungete anche una Pencil Pro (costa 149 euro). Rinunciate piuttosto a un taglio di memoria in più, ma non fate l’errore di ripiegare sul modello di precedente generazione dello stilo. Non ve ne pentirete.
Decisamente meno entusiasmante la Magic Keyboard Folio: è esattamente la stessa che era già compatibile con gli iPad Pro ed Air precedenti. Nessun dubbio sulla qualità: i tasti sono eccezionali per risposta tattile durante la scrittura, mentre il supporto flottante è uno dei migliori in circolazione. Ne abbiamo una montata su iPad Pro M2 dal 2022 dal giorno del debutto due anni fa: è un vero carrarmato e va ancora alla grande. Tuttavia il prezzo rimane fuori scala, soprattutto nel caso degli iPad Air: 349 euro per il modello da 11”, 399 euro per quello da 13”. È così alto che comprando un Air 13” base con una Magic Keyboard si arrivano a spendere 1368 euro. Il fatto che la cifra superi di 19 euro il prezzo di un MacBook Air M3 è una totale incongruenza. Purtroppo Apple ha tolto dal listino la più economica Smart Keyboard Folio, ma ci sono sul mercato tastiere/custodia di qualità comunque adeguata (come quelle di Logitech) che costano meno e fanno bene il loro dovere.
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Il peso: bisogna fare uno sforzo per chiamare Air il modello di iPad più pesante di tutta la gamma
In conclusione
Quello di iPad Air da 13” con chip M2 è un aggiornamento solido e convincente. È vero, ci sono alcuni compromessi, che però nel complesso non influenzano l’esperienza d’uso. Grazie anche al redesign degli iPad Pro di quest’anno gli Air sono veri tablet di mezzo, e il prezzo ne riflette il posizionamento in maniera adeguata.
Il modello da 11” va benissimo, mentre il 13” offre più spazio ed è utile a chi volesse usare molto l’iPad con app creative per la produzione musicale o l’editing video. Il chip M2 offre prestazioni eccellenti, ma avremmo gradito un po’ di Ram in più.
Fonte : Repubblica