Dopo diverse settimane di indiscrezioni, è arrivata la conferma ufficiale: il presidente russo Vladimir Putin sarà in visita in Cina, il 16 e 17 maggio, su invito del presidente cinese. A Pechino, il leader del Cremlino incontrerà il suo omologo e amico cinese Xi Jinping, appena rientrato dal tour in Europa che lo ha portato in Francia, Serbia e Ungheria. E che lo scorso anno aveva scelto la Russia come prima meta dopo la riconferma a presidente della Repubblica Popolare, uno storico terzo incarico, e dopo il mandato d’arresto della Corte penale internazionale contro Putin.
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Cina e Russia celebrano quest’anno i 75 anni dall’avvio dei rapporti e le relazioni bilaterali, la cooperazione “in vari settori” e “questioni regionali e internazionali di interesse comune” saranno in cima all’agenda dei colloqui tra i due leader. Secondo quanto precisato dalla presidenza russa, citata dalla Ria Novosti, durante la visita di Putin nella capitale cinese, i due leader determineranno gli orientamenti per un ulteriore sviluppo della cooperazione tra i due Paesi e discuteranno le più importanti questioni bilaterali e internazionali.
Dopo i colloqui, si prevede la firma di una dichiarazione congiunta dei capi di Stato e di alcuni documenti bilaterali. Lo scorso anno il volume dell’interscambio commerciale ha raggiunto i 240 miliardi di dollari, un record. Dal febbraio 2022 Pechino è diventata il mercato principale per il petrolio e il gas russi. Anche se i dati ufficiali diffusi da Pechino per il periodo di marzo e aprile parlano di un calo nell’export verso la Russia rispetto allo scorso anno, un segnale del fatto che il gigante asiatico potrebbe aver deciso misure per mettersi al riparo da sanzioni occidentali.
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Il significato della visita di Putin in Cina
La seconda visita in Cina in meno di un anno di Putin avviene a un mese dalla conferenza sulla pace in Ucraina prevista a metà giugno in Svizzera e, stando agli osservatori citati dalla rete americana Cnn, nel quadro di un “coordinamento di interessi, non molto stretto ma in crescita, tra i Paesi dichiaratamente antiamericani”, come la Corea del Nord, economicamente dipendente dalla Cina e accusata di sostenere la Russia con forniture belliche. E lo stesso vale per l’Iran, che dallo scorso anno è entrato a far parte del gruppo Brics e della Sco. “La Russia sta ricevendo sostegno per la sua guerra di aggressione da Cina, Iran e Corea del Nord”, ha avvertito ad aprile il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.
Uno degli obiettivi principali di Putin in Cina, scrive sul Financial Times Alexandra Prokopenko del Carnegie Russia Eurasia Center di Berlino, sarà trovare il modo per minimizzare qualsiasi forma di interruzione dell’ancora di salvezza che la Cina gli ha assicurato dal punto vista dell’economia sin dal’invasione dell’Ucraina ed è rilevante che durante il rimpasto di Putin funzionari chiave per le relazioni sino-russe siano rimasti al loro posto, mentre il nuovo ministro della Difesa, Andrei Belousov, è un economista con profondi legami con la leadership cinese.
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Xi e Putin si sono visti più di 40 volte. Ma per il leader del Cremlino sarà la prima missione all’estero dall’insediamento per il suo quinto mandato e la seconda in Cina in poco più di sei mesi, dopo quella dello scorso ottobre in qualità di ospite speciale per il terzo forum della Belt and Road Initiative (Bri), la Nuova Via della Seta lanciata da Xi nel 2013. Putin, inoltre, potrebbe partecipare – secondo le indiscrezioni circolare a Pechino – all’apertura dell’ottava edizione della China-Russia Expo (16-21 maggio) presso il Centro internazionale per conferenze ed esposizioni di Harbin, capoluogo della provincia cinese settentrionale dello Heilongjiang con un’importante storia zarista.
Fonte : Today