Emergenza obesità in Italia: 6 milioni i pazienti, per l’85% è una patologia complessa

Per lo studio “Obesità in Italia. Percezioni, costi e sfide per il futuro”, realizzato da Ipsos, I-Com e Università del Piemonte Orientale il 72% degli italiani assegna un certo grado di responsabilità alle istituzioni per il vuoto legislativo presente

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Allarme obesità in Italia. Riguarda 6 milioni di pazienti e per l’85% degli italiani è una vera e propria patologia associata a molteplici cause e non semplice conseguenza di alimentazione e stili di vita scorretti. Si tratta, però, di un’emergenza sanitaria poco riconosciuta. Il 72% della popolazione assegna un certo grado di responsabilità alle Istituzioni per il vuoto legislativo presente.

Il quadro del fenomeno viene delineato dal documento “Obesità in Italia. Percezioni, costi e sfide per il futuro”, realizzato da Ipsos, I-Com e Università del Piemonte Orientale. 

Preoccupanti anche i dati sull’obesità infantile: in Italia il 19% dei bambini e delle bambine di 8-9 anni è in sovrappeso e il 9,8 % è affetto da obesità, inclusi bambine e bambini con obesità grave, che rappresentano il 2,6%.

6 milioni di pazienti in Italia

L’obesità riguarda in Italia 6 milioni di pazienti ma, nonostante gli italiani la considerino una vera e propria malattia complessa, “è ancora un’emergenza sanitaria non riconosciuta”. Nel paper, presentato a Venezia nel corso di un evento sul tema promosso da Lilly a margine del Congresso Europeo sull’Obesità, emerge anche che il 73% degli italiani la ritiene una delle malattie più diffuse e una delle principali cause di mortalità. Circa la metà degli italiani (49%) è consapevole che l’obesità è una malattia cronica e un fattore di rischio per altre patologie, meno di un terzo (29%) la reputa conseguenza di cattive abitudini e solo il 4% un mero problema estetico. Il fenomeno è in sensibile aumento e riguarda più dell’11% della popolazione, mentre il 33% dei cittadini risulta in sovrappeso. Nel mondo un miliardo di persone convive con l’obesità, le proiezioni sconfortanti ipotizzano al 2035 che metà della popolazione mondiale ne sarà affetta. In Europa, secondo il report Oms 2022, più di un individuo adulto su 2 e più di un bambino su 3 convivono con sovrappeso o obesità.

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I rischi per la salute

Almeno 2,8 milioni di adulti muoiono ogni anno a causa di questa patologia e delle sue conseguenze, senza contare che essa è causa di morte prematura e collegata ad almeno 200 complicanze tra cui diabete di tipo 2, tumori, ipertensione, dislipidemia, malattia coronarica e apnee ostruttive. “Contrastare in modo diretto l’obesità – afferma Ilya Yuffa, Presidente Lilly International – è un obiettivo prioritario di Lilly. L’obesità deve essere affrontata con una visione sistemica che parta dalla prevenzione, alla diagnosi e al trattamento, disegnando percorsi per i pazienti che hanno davvero bisogno di una cura”. “Si prevede che l’impatto economico dell’obesità – sottolinea Umberto Agrimi, Direttore del Dipartimento Sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) – raggiungerà, in media, l’8,4% della spesa sanitaria totale nei paesi Ocse nel 2050”. 

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Allarme obesità infantile: 2 bambini su 10 in sovrappeso, 1 su 10 è obeso

In Italia il 19% dei bambini e delle bambine di 8-9 anni è in sovrappeso e il 9,8 % è affetto da obesità, inclusi bambine e bambini con obesità grave, che rappresentano il 2,6%. È quanto emerge dai dati relativi al 2023 elaborati da ‘OKkio alla Salute’, il sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e Promozione della Salute (CNaPPS) dell’Istituto superiore di sanità, che è parte dell’iniziativa della Regione Europea dell’Oms ‘Childhood Obesity Surveillance Initiative’, presentati nel corso del convegno nella sede Iss. Il rapporto Iss analizza i dati di quasi cinquantamila bambine e bambini italiani di 8 e 9 anni delineando uno scenario preoccupante.

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L’impatto del Covid sulle abitudini alimentari e l’attività fisica 

Dallo studio sono emersi dati significativi sulle abitudini alimentari dei ragazzi: quasi 2 bambini e bambine su 5 non fanno una colazione adeguata al mattino, più della metà consuma una merenda abbondante a metà mattina, 1 su 4 beve quotidianamente bevande zuccherate/gassate e consuma frutta e verdura meno di una volta al giorno. La pandemia, inoltre, come è emerso anche in studi precedenti ha avuto un impatto forte sul benessere fisico e psicologico dei ragazzi. In analogia con quanto riscontrato a livello internazionale, infatti, i dati EPaS-Iss su movimento e sedentarietà hanno evidenziato una riduzione del tempo dedicato al gioco attivo e alle attività all’aperto (44%) e un aumento del tempo trascorso davanti a un dispositivo elettronico (53%).

Sull’attività fisica, poi, i dati evidenziano che un bambino su 5 non ha fatto attività fisica il giorno precedente l’intervista, più del 70% non si reca a scuola a piedi o in bicicletta e quasi la metà trascorre più di 2 ore al giorno davanti alla tv, al tablet o al cellulare. 

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Obesità e social: dal body shaming alle fake news sulle cure

Sui social network viaggiano spesso i peggiori incubi e pericoli per le persone obese. Eppure TikTok e Whatsapp possono essere una vera e propria risorsa nel contrasto a questa malattia. Lo ha scoperto, attraverso due studi, Antonella Franceschelli, internista, nutrizionista e docente dell’Università Unicamillus  di Roma, che ha constatato come da un lato i giovani con problemi di obesità usano per informarsi sulla malattia soprattutto il social cinese, analizzandone di conseguenza le potenzialità, e dall’altro come i pazienti, nello scegliere la loro foto profilo per la app di messaggistica, rivelino i loro disagio rispetto all’aspetto fisico e come questo debba indirizzare il medico nella presa in carico. 

Franceschelli ha presentato le sue ricerche, al congresso europeo sull’obesità, in corso a Venezia. “Oltre il 90% degli adolescenti – ha ricordato – ha almeno un account sui social media. Questi spazi possono rappresentare un modo coinvolgente per supportare adolescenti e giovani adulti nel mantenere una dieta sana e nell’apprendere informazioni inerenti la nutrizione in generale e la cura dell’obesità”. 

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Semaglutide; il farmaco che riduce il rischio di infarto, ictus e malattie cardiovascolari

Il farmaco semaglutide può produrre una perdita di peso significativa negli adulti in sovrappeso o obesi che non hanno il diabete, riducendo gli eventi  cardiovascolari indipendentemente dalla perdita di peso. Sono le indicazioni che arrivano da due studi che sono stati presentati al Congresso europeo sull’obesità (Eco), in corso a Lido di Venezia, basati sulla più ampia ricerca realizzata su questo farmaco, ‘Select’ (Semaglutide and cardiovascolare outcomes), avviato nel 2018 e che ha arruolato 17.604 persone in 41 Paesi. . Semaglutide è un farmaco Glp-1 prescritto per gli adulti con diabete di tipo 2, ma indicato anche per la perdita di peso nelle persone con obesità o sovrappeso che hanno almeno un altro problema di salute. 

Nel 2023, lo studio Select – sul quale si basano i nuovi dati – ha evidenziato  che gli adulti con sovrappeso o obesità ma non diabetici che assumevano semaglutide per più di 3 anni avevano un rischio inferiore del 20% di infarto, ictus o morte a causa di malattie cardiovascolari e hanno perso in media il 9,4% del peso corporeo. I risultati delle nuove analisi hanno mostrato che il trattamento con semaglutide ha apportato benefici cardiovascolari, indipendentemente dal peso iniziale e dalla quantità di peso perso. 

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Fonte : Sky Tg24