Nelle ultime settimane, e ancora di più negli ultimi giorni, si sta parlando un po’ ovunque della presunta “invasione” della cosiddetta vespa orientale (Vespa orientalis), un calabrone facilmente riconoscibile per le caratteristiche fisiche uniche che lo contraddistinguono. La situazione attuale è stata più volte descritta in maniera allarmistica, parlando di “allerta”, “allarme”, “emergenza”, “aggressioni” e così via, anche se le informazioni a disposizione non delineano uno scenario così catastrofico: il numero di punture accertate non ha subito alcun aumento significativo.
Forse, ciò che spaventa maggiormente è l’ipotesi – fondata – che questa specie con il passare degli anni si possa diffondere rapidamente nei centri urbani e invadere edifici di vario genere, mettendo a rischio la sicurezza di chi dovesse inavvertitamente avere incontri ravvicinati. Per fare un po’ di chiarezza sull’argomento ne abbiamo parlato per Wired con Federico Cappa, ricercatore del dipartimento di biologia dell’università di Firenze che da anni si occupa proprio della biologia e del comportamento degli imenotteri, in particolare di api, vespe e calabroni.
Come si riconosce la Vespa orientalis?
La Vespa orientalis è un calabrone, normalmente presente nel nostro paese, lungo dai 3 ai 5 centimetri, la cui caratteristica identificativa è la colorazione rossiccia del corpo (qui sotto, un’immagine mostra in modo più chiaro il suo aspetto). Le Vespe orientalis fuori dai centri abitati costruiscono il nido all’interno di cavità naturali come alberi, buchi nel terreno, mentre in città prediligono anfratti artificiali o intercapedini di edifici. Sono insetti opportunisti, che amano l’ambiente urbano e spesso si nutrono proprio degli scarti dell’uomo: non è un caso trovare spesso queste vespe nei mercati di carne e pesce o nei retrobottega dei ristoranti. Questa specie si trova normalmente, da svariati decenni, nelle regioni meridionali del nostro paese, prevalentemente in Sicilia, Calabria e Campania. “Per questo motivo è del tutto inappropriato definirla una specie aliena, come spesso si è fatto, perché è nativa del bacino del Mediterraneo ed è da lungo tempo presente in Italia”, sottolinea Cappa.
Quali specie di calabroni vivono in Italia?
Facciamo un passo indietro. In Italia coesistono attualmente tre specie diverse di calabroni: il comune calabrone europeo (Vespa crabro), la ormai celeberrima vespa orientale e il calabrone asiatico (Vespa velutina). Soltanto quest’ultimo è presente nel nostro paese sporadicamente, perché è originario del sud-est asiatico e, per questo motivo, merita scientificamente l’appellativo di specie aliena. “Il fatto che la Vespa orientalis non sia aliena non è però un elemento positivo, in quanto ciò significa che la sua eradicazione è pressoché impossibile, mentre nel caso del calabrone asiatico è più facile contenere le colonie e tentare di limitarne la diffusione” spiega Cappa.
Fonte : Wired