E se vi dicessimo che in alcune zone remote del pianeta, esistono comunità che vivono senza acqua potabile? Ecco come un architetto italiano ha ideato una soluzione rivoluzionaria.

“Every drop counts” è lo slogan e cuore pulsante di un progetto rivoluzionario: si chiama Warka Water e vuole fornire acqua pulita e potabile, servizi igienico-sanitari e alloggi a popolazioni svantaggiate, situate in aree rurali remote in cui siccità e crisi alimentare sono molto diffuse.

Fondata nel 2015 dall’architetto italiano Arturo Vittori, Warka Water (WW) è un’organizzazione no-profit, focalizzata su soluzioni innovative e sostenibili, che realizza strutture e infrastrutture, fornendo formazione tecnica agli abitanti di alcuni villaggi, per la costruzione, funzionamento e manutenzione delle stesse.

Warka Tower: la torre che produce naturalmente 100 litri di acqua al giorno

È nel 2013 che Arturo Vittori, dopo aver visitato le zone rurali della regione nord-orientale dell’Etiopia, scopre una drammatica realtà: per quanto inseriti in un ambiente naturale meraviglioso, gli abitanti di tali zone vivono senza elettricità, servizi igienici e docce, ma soprattutto senza acqua potabile.

Ecco dunque nascere un progetto architettonico rivoluzionario sviluppato con il sostegno del Centro Italiano di Cultura di Addis Abeba e la EiABC (Ethiopian Institute of Architecture, Building Construction and City Development), e realizzato direttamente sul territorio etiope, grazie al sostegno della Cooperazione Italiana.

Alta 10 metri, dal peso specifico di soli 60 kg, ecosostenibile e costruita con materiali reperibili – come bioplastica, nylon e giunchi di bambù –, la Warka Tower è una torre in grado di raccogliere oltre 100 litri di acqua al giorno. La struttura si basa sul principio di condensazione dell’aria, sfruttando la forte escursione termica tra giorno e notte presente in Africa, cattura nebbia, rugiada e minuscole particelle di umidità presenti nell’atmosfera, trasformandole in acqua potabile.

Il termine “Warka” deriva dal nome di un grande fico selvatico, endemico dell’Etiopia. Esso non solo è fondamentale per l’ecosistema locale, ha un grande valore simbolico e un significato spirituale, ma rappresenta anche il centro della comunità, offrendo – sotto la sua folta chioma – un luogo di aggregazione.

Evoluzione e progetti futuri

Oltre all’acqua potabile, l’organizzazione Warka Water mira a donare conoscenza e consapevolezza ai gruppi etnici locali, e a ripristinare l’ecosistema naturale. Arturo Vittori e la sua squadra, puntano infatti a “integrare la cultura locale, l’artigianato e le tecniche costruttive, rivitalizzando antiche tradizioni dimenticate, rinvigorendo l’economia locale e offrendo alle donne e ai bambini l’opportunità di investire il proprio tempo nella cura, nell’istruzione e in altre attività culturali e produttive”.

Per questo motivo sono stati sviluppati ulteriori progetti con l’obiettivo di:

  • provvedere alla formazione delle popolazioni locali, provenienti da aree rurali remote, sulla costruzione di infrastrutture innovative, eco-compatibili e biodegradabili, per supportare i loro bisogni primari
  • realizzare progetti realmente sostenibili attraverso la fusione di saperi tradizionali locali e tecnologie all’avanguardia
  • ispirarsi alla natura per realizzare soluzioni progettuali visionarie, coinvolgendo le risorse umane locali in tutte le fasi del progetto
  • comprendere e rispettare lo spirito del luogo.

Oltre all’ambizioso progetto in Etiopia, l’organizzazione fondata dall’architetto è attualmente attiva in Camerun, con la costruzione del Warka Village, e si sta avvicinando ad alcune comunità rurali isolate ad Haiti, in Togo. Warka Water rientra inoltre nel quadro degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Uniti e punta all’implementazione di alcune delle 17 sfide globali.

Fonte : Today