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La designazione della squadra arbitrale slovena per la sfida di Wembley contro il Borussia Dortmund fa storcere il muso all’ambiente blancos. E per sostanziare questa suggestione citano due esempi che riguardano proprio Vincic.
Una trappola. In Spagna è già iniziato il conto alla rovescia verso la finale di Champions League. Il 1° giugno, nel suggestivo scenario di Wembley, il Real Madrid affronterà il Borussia Dortmund. Il destino ha voluto non si realizzasse l’incrocio tedesco per la conquista del prestigioso trofeo.
La squadra di Terzic è riuscita laddove ha fallito il più quotato Bayern Monaco: il ricco Paris Saint-Germain a casa, eliminato anche dalla malasorte, e con esso anche i bavaresi che al Santiago Bernabeu erano arrivati a un passo dal colpo grosso, sfuggito nel finale rocambolesco per la doppietta di Joselu e per il veleno lasciato sul campo da una decisione arbitrale in particolare.
Il fuorigioco fischiato in anticipo al Bayern nel finale (rispetto al regolamento che lascia terminare l’azione e poi rimanda la decisione a un eventuale check del Var) non ha provocato solo sdegno e reazioni furibonde (da Matthijs de Ligt in diretta tv fino al botta e risposta tra Tuchel e Ancelotti) ma ha rispolverato perfino teorie complottiste legate a un vecchio video dell’arbitro polacco, Marciniak. Nel suo spogliatoio c’era un borsello delle merengues: un omaggio molto usuale da parte di tutti i club alla squadra arbitrale è divenuto – o, almeno, questa era l’intenzione – pietra dello scandalo.
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A Madrid il tema è caldo ma questa volta sotto un’altra prospettiva. Totalmente ribaltata. C’è una parte della stampa iberica che, vista la designazione del direttore di gara (e dei collaboratori), ha sollevato ombre, sospetti e rovistato nel torbido per quella scelta che ha fatto storcere il muso. Perché? Il fischietto è lo sloveno Vincic, connazionale di Ceferin, presidente della Uefa e “acerrimo rivale” dei blancos per la vicenda della Superlega.
Il Real Madrid, infatti, è stata una delle società fondatrici della ‘lega alternativa’, quella che ha tentato lo strappo assieme al Barcellona e alla Juventus (che s’è poi defilata dall’iniziativa dopo le dimissioni dell’ex presidente, Andrea Agnelli) e non ha mai cambiato idea. Ecco perché adesso sotto la cenere cova il timore che dall’alto possa essere ostacolato quello che sarebbe un successo storico per il club di Florentino Perez (la 15ª Coppa dalle grandi orecchie). E per sostanziare questo presentimento, quella che è una suggestione e null’altro, citano due esempi che riguardano proprio Vincic.
Anzitutto, ricordano cosa è successo al Barcellona contro l’Inter, in quel match che si rivelò decisivo per la classifica del girone a causa di un episodio che fece molto discutere: nel 2022 a San Siro i nerazzurri vinsero 1-0 ma i catalani protestarono per un fallo di mano di Dumfries in area di rigore non rilevato.
Fu ritenuto involontario? No, la spiegazione più plausibile data all’epoca è che al Var non avevano a disposizione di immagini abbastanza chiare da determinare con certezza la scorrettezza. Ma quella scelta mandò su tutte le furie i blaugrana, tanto da ipotizzare un disegno sfavorevole ordito nei loro confronti.
Poi tirano in ballo una vicenda che risale al 2020 e dalla quale l’arbitro Vincic è uscito pulito: venne arrestato in Bosnia Erzegovina per un presunto legame con una rete di prostituzione ma riuscì a dimostrare la sua estraneità ai fatti e venne assolto. I giudici credettero alla sua versione: ovvero, che s’era trovato sul luogo del blitz per caso e che la sua vera colpa era stata accettare un invito a pranzo che avrebbe fatto meglio a rifiutare.
Fonte : Fanpage