Si chiama Ris8imo il progetto col quale sono state ottenute piante di riso modificate in laboratorio attraverso Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea), con l’obiettivo di renderle resistenti a una grave infezione fungina. Ris8imo è stato sviluppato da un gruppo di ricercatori dell’Università Statale di Milano e oggi ha valicato i confini dei laboratori di ricerca per approdare in una risaia in provincia di Pavia. Lo scopo delle modifiche genetiche è quello di rendere le piante resistenti a un fungo particolarmente pericoloso per le coltivazioni di riso, il Pyricularia oryzae, che porta allo sviluppo di una malattia nota come brusone che può causare perdite produttive fino al 50%. Tra l’altro, le modifiche genetiche delle piante Tea dovrebbero consentire di ridurre l’utilizzo di pesticidi per prevenire l’infezione fungina.
Tecniche di evoluzione assistita
Le Tea sono un insieme di tecniche di editing genetico (come l’ormai noto Crispr/Cas9) che permettono di modificare direttamente il genoma della pianta senza la necessità di ricorrere all’inserimento di Dna estraneo, come accade invece per gli Ogm. L’obiettivo è tipicamente quello di migliorare la produzione agricola o di rendere la pianta resistente a batteri, funghi o a periodi di siccità. Nel caso delle piante ottenute dai ricercatori dell’Università Statale di Milano e trasportate all’azienda agricola Radice Fossati di Mezzana Bigli, in provincia di Pavia, le modifiche genetiche sono state pensate per conferire resistenza al fungo Pyricularia oryzae, che causa il brusone.
“Oggi – racconta Vittoria Brambilla, docente di botanica generale presso il dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università Statale di Milano e a capo del progetto Ris8imo – è una giornata rivoluzionaria per i biotecnologi vegetali che si occupano di miglioramento genetico delle piante. Il riso, che abbiamo portato in questa risaia e che appartiene alla varietà italiana della tipologia Arborio, presenta le varianti inattivate di 3 geni che sono associati alla suscettibilità a brusone”. Si tratta di varianti genetiche, prosegue la ricercatrice, che potrebbero esistere anche in natura, magari con una frequenza relativamente bassa, e che in questo caso sono state inserite in modo preciso e controllato attraverso le Tea.
Dal laboratorio alla risaia
Ris8imo, si legge in un comunicato della Regione Lombardia, è frutto di un lungo iter di approvazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale): si tratta infatti della prima sperimentazione in campo aperto di piante Tea ad essere autorizzata in Italia.
“Le prove in laboratorio mediante test di resistenza – conclude Roberto Defez, biotecnologo del Cnr di Napoli, consulente della Fondazione Bussolera Branca e membro del Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi – hanno dato risultati preliminari in termini di produttività e senza la somministrazione di agrofarmaci. Se risultassero effettivamente più resistenti anche in condizioni di crescita di campo senza dimostrare altri difetti agronomici o perdita di produttività, si potrà pensare di ripetere l’esperimento la prossima stagione per verificarne la stabilità in diversi ambienti. In caso contrario altre linee di riso Tea sono pronte per nuove sperimentazioni future, insieme alle piante del gruppo di ricerca di Vittoria Brambilla”.
Fonte : Wired