“Così il buio ha smesso di farmi paura”: ecco la storia di Alessandro

Gli individui sordociechi vivono in una realtà silenziosa e buia che non viene sollecitata dagli stimoli comuni, situazione che può favorire una tendenza all’isolamento sociale. 
Per questo motivo è importante coinvolgerli nella vita comunitaria, rendendoli partecipi e non facendoli sentire soli. 
È fondamentale, quindi, lavorare per abbattere le barriere, promuovere la consapevolezza e l’educazione sulla sordocecità nella società, sensibilizzare in merito alle difficoltà che queste persone devono affrontare quotidianamente, contribuendo alla realizzazione di ambienti maggiormente accoglienti e inclusivi. 
Gli individui sordociechi, infatti, con il giusto supporto, possono partecipare alle conversazioni e prendere parte alle attività sociali, servendosi dei diversi strumenti a disposizione. 
Se gliene viene data la possibilità, possono esprimere appieno il loro potenziale e avere una vita piena e felice. 
Proprio come Alessandro che, grazie anche alla Lega del Filo d’Oro, è riuscito a ritrovare equilibrio e serenità. 

La passione per i viaggi e le difficoltà

Alessandro è di Roma, ha 50 anni ed è sordocieco a causa della Sindrome di Usher, una malattia genetica rara che si manifesta con sordità alla nascita e successiva perdita progressiva della vista.  

Ha lavorato per un lungo periodo presso la sua città natale come programmatore, per poi trasferirsi a Fidenza (in provincia di Parma) per vivere con la sua compagna, Daniela. 
Entrambi sono, ormai, pensionati e desiderano, quindi, dedicarsi ai viaggi (passione che hanno in comune), come erano abituati a fare prima dell’avvento della pandemia. 

Il primo viaggio in programma per il 2024, però, è quello con gli ex compagni di classe dell’Istituto per sordi Antonio Magarotto di Padova, dove Alessandro ha studiato ragioneria. 

Spiega, attraverso la sua interprete Gabriella: 
«Torneremo insieme a Monaco di Baviera, trent’anni dopo la nostra bellissima gita di classe. Eravamo tutti sordi, ma io stavo già perdendo anche la vista e quei ragazzi, che io considero miei alleati, anzi “i miei soldati”, hanno saputo aiutarmi e farmi sentire un Re». 

Lui, infatti, ha perso la vista in un secondo momento rispetto all’udito, evento che gli ha causato notevoli difficoltà, anche nell’accettazione stessa della sua condizione. 
La Lega del Filo d’Oro ha svolto, in tal senso, un ruolo fondamentale nel superamento della crisi. 

Affrontare un mondo buio: l’importanza di non essere lasciati soli

Alessandro ha avuto il primo contatto con la Lega del Filo d’Oro nel novembre del 2007, grazie all’invito di un conoscente sordo e ipovedente. 
La partecipazione a questo primo incontro ha aperto le porte di una realtà inaspettata, accogliente e inclusiva. 
 
Lui stesso ricorda: 
«È stato un giorno indimenticabile della mia vita perché sono entrato, e chiaramente ero emozionato e studiavo tutte queste persone sordocieche, mi rendevo conto di come fossero accompagnate, ognuna, dal proprio interprete; ognuno traduceva per il proprio sordocieco ed erano tutti tranquilli, riuscivano a capire». 

Attraverso il confronto con gli altri e il supporto della Lega del Filo d’Oro, frequentando prima la sede di Roma e poi quella di Modena, Alessandro ha, così, potuto fare un passo avanti sia verso l’accettazione della sua nuova condizione che verso una ritrovata autonomia. 

«Io non volevo saperne del Braille, assolutamente – chiarisce -. Un giorno, insieme alla mia compagna, siamo andati all’ospedale, in pronto soccorso, e quando poi è scoppiato il Covid ho capito che avrei dovuto iniziare a studiare Braille per comunicare. La Lega del Filo d’Oro mi ha aiutato, mi ha dato tanti ausili, anche dal punto di vista dell’accessibilità, mi ha aiutato […] E questo ha salvato la mia comunicazione». 
 
Alessandro ha imparato, così, l’impiego della Lis Tattile e l’utilizzo della barra Braille su pc e cellulare; la tecnologia, infatti, riveste un’importanza cruciale per consentire, alle persone sordocieche, di continuare a comunicare in maniera efficace. 
 
«Mi interessava soprattutto capire come gli altri sordociechi riuscivano a raggiungere certe autonomie, ero curioso di scoprire le loro strategie per poterle “copiare” nella mia vita – racconta Alessandro -. È stato così che pian piano il buio ha smesso di farmi paura». 

Un gesto semplice, ma prezioso

Per Alessandro, il sostegno della Lega del Filo d’Oro è stato fondamentale per poter continuare a comunicare con gli altri ed evitare di chiudersi in sé stesso. 
Chiunque merita l’opportunità di ottenere una vita piena e serena, coltivando la speranza nel futuro ed è ciò che la Fondazione si propone di offrire, ad un sempre crescente numero di persone. 
Per poterlo fare, però, è importante il contributo di tutti, piccolo o grande che sia. 

Un modo semplice e gratuito per essere vicini alle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali è quello di destinare il 5×1000 alla Lega del Filo d’Oro, inserendo la propria firma e il Codice Fiscale 80003150424 nella dichiarazione dei redditi, nell’area a sostegno degli Enti del Terzo Settore. 
Un gesto d’amore che aiuta chi non vede e non sente a ritrovare un contatto con il mondo circostante, diventando #unaiutoprezioso

Fonte : Today