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Secondo Hamas anche le frasi di Biden sugli ostaggi sono una “battuta di arresto” per i negoziati in corso. Ieri il presidente americano aveva affermato che un cessate il fuoco ci sarebbe “domani” se Hamas liberasse gli ostaggi.
Attaccando Rafah il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha rovinato le chance di un accordo. Lo sostiene Hamas che oggi ha fatto riferimento anche alle parole del presidente americano Joe Biden che “sono un passo indietro rispetto ai risultati dell’ultimo round di negoziati”.
Hamas fa riferimento a quanto detto ieri da Biden, secondo cui “ci sarebbe un cessate il fuoco domani se Hamas liberasse gli ostaggi”. Hamas ha ribadito di aver “chiarito in tutte le fasi dei negoziati la flessibilità necessaria da parte di Israele, prima che Netanyahu e il suo governo inizino ad attaccare Rafah, Jabalia e Gaza”, riporta Ynet.
“Condanniamo questa posizione del presidente degli Stati Uniti, la consideriamo una battuta d’arresto rispetto ai risultati dell’ultimo round di negoziati, che avevano portato al consenso del movimento sulla proposta avanzata dai mediatori”, così Hamas in una nota.
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Intanto Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza Nazionale alla Casa Bianca, ha sentito il suo omologo israeliano Tzachi Hanegbi e riaffermato il “sostegno incrollabile degli Stati Uniti alla sicurezza di Israele e alla sconfitta di Hamas a Gaza”. Sullivan – fa sapere la Casa Bianca – ha ribadito anche i timori di Joe Biden su una potenziale operazione di terra a Rafah. “Hanegbi ha confermato che Israele sta tenendo in considerazione le preoccupazioni degli Stati Uniti”, fa sapere ancora la Casa Bianca.
Per i raid israeliani a Gaza i morti hanno superato quota 35mila, secondo i dati diffusi dal ministero della sanità di Hamas. Secondo il segretario di Stato Usa Antony Blinken a cadere negli attacchi dell’Idf nella Striscia sono stati “più civili che terroristi”.
Il segretario di Stato ha sottolineato che gli Usa “non hanno ancora visto” un piano chiaro e credibile per proteggere i civili a Rafah, come richiesto più volte da Washington. Ma ha anche precisato che sul blocco delle armi a Israele “al momento l’unica” consegna rinviata sono le “bombe ad alta carica perché ci sono trattative in corso con Israele, dato l’impatto che queste armi potrebbero avere se usate in aree densamente popolate”.
La guerra intanto va avanti: i combattimenti sono tornati anche al nord e al centro della Striscia. A Jabalya l’operazione è stata avviata la scorsa notte per contrastare i tentativi di Hamas di “rimettere in piedi la sua struttura terroristica e operativa”.
Fonte : Fanpage