Loredana Bertè, Flavia Vento, Walter Nudo, Alessandro Greco, Emma Marrone, Luce Caponegro (in passato conosciuta nel mondo hard come Selen), sono solo alcuni dei tanti vip che hanno avuto il coraggio di dichiarare che non fanno sesso da anni. A quanto pare però l’apatia sessuale o sex recession, recessione sessuale, non sta colpendo solo i personaggi famosi ma anche le persone comuni. La conferma arriva dalle statistiche e dai numerosi forum online in cui si parla di sesso, o meglio di non sesso.
Perché abbiamo smesso di fare sesso
C’è chi come la giovane Melissa preferisce “fare da sola” piuttosto che rischiare di avere un rapporto poco soddisfacente con un ragazzo conosciuto da poco e chi come Eleonora, pensionata, che dice di poterne fare a meno visto che non riesce a trovare l’anima gemella. E poi Carlo, lo studente universitario che si sente appagato “da tante altre cose”. Per lui il sesso “non è un bisogno ma una voglia e alcuni questa voglia non ce l’hanno. Tutto qui, semplicemente”. Francesco invece, sposato da anni, ha totalmente perso l’interesse tanto da dare alla moglie il permesso di tradirlo. Ma a quanto pare lei non si lamenta più di tanto (vedi foto sotto). Ma c’è anche chi preferisce le serie tv al sesso, almeno una persona su tre secondo una statistica pre Covid. Come mai stiamo perdendo interesse per il sesso? Lo abbiamo chiesto a due esperte sessuologhe.
Nello studio della sessuologa
C’è chi vive l’astinenza sessuale con serenità, tanto da parlarne e scherzare sul web (vedi foto sotto), e chi come un disagio. Una cosa è certa, rispetto al passato sempre più persone si rivolgono agli specialisti per farsi aiutare. La psicologa-psicoterapeuta e sessuologa, Maria Claudia Biscione, racconta a Today.it che nel suo studio si presentano coppie che non hanno più una sessualità appagante, donne con mancanza di desiderio o che non riescono a raggiungere l’orgasmo. Ma anche tantissimi giovani under 25, soprattutto maschi. “Hanno bisogno di sentirsi accettati, di sentirsi dire che sono adeguati nella loro sessualità, anche se non hanno voglia di fare sesso con la prima sconosciuta. Siamo immersi tra stimoli sessuali ma poi non diamo ai ragazzi le informazioni e gli strumenti per gestire la sessualità. La pornografia docet, l’accesso è spesso precoce ed esasperato. Senza demonizzarla, quando si è adulti è un contenitore di divertimento e di gioco ma quando non si è sufficientemente maturi diventa uno stimolo pericoloso. Rappresenta una realtà distorta, quella che esalta il mito della virilità, del maschio alfa, ma quando l’emotività detta delle regole diverse si va in tilt. Si mette in discussione la propria sessualità. Anche le ragazze sebbene più centrate e consapevoli a volte scimmiottano un modello preso da fuori piuttosto che vivere quello che sentono dentro”.
Nella società in cui viviamo oggi gli estremi la fanno da padrone, ci sono persone con tante fragilità psicologiche ma anche tanti narcisisti. Alcuni single infatti si ritrovano più o meno consapevolmente travolti dalle app di dating, dagli incontri usa e getta. “Si accontentano di vivere la sessualità in superficie, di risultare vincenti agli occhi degli altri puntando sulla quantità piuttosto che sulla qualità. Non c’è più la voglia di costruire una relazione sessuale, anche se si è consapevoli che è molto più appagante”.
Si rivolgono alla sessuologa anche tante coppie con matrimoni bianchi, dove la sessualità non è presente nonostante ci sia una grandissima affettività e complicità. Preferiscono guardare le serie tv o passare le serate sui social piuttosto che fare l’amore. Questo accade perché “siamo sollecitati da tantissime distrazioni e siamo assorbiti dalla nostra vita quotidiana mentre il sesso richiede tempo, fatica e impegno”.
Il mondo “no sex”
Mentre la giornata rimane di 24 ore gli impegni continuano ad aumentare e così ci ritroviamo a vivere una vita frenetica e stressata. Tra il lavoro, i figli, la casa, i social, la palestra, le serie tv e i videogiochi non c’è più tempo per il sesso. Il fenomeno “no sex” interessa un po’ tutti: uomini, donne, giovani, adulti, single, fidanzati e sposati. Le statistiche relative all’Italia diffuse dal Censis (vedi foto sotto) si riferiscono a prima della pandemia ma quelle più recenti realizzate in altri paesi, dagli Stati Uniti alla Corea del Sud, confermano un trend generale di diminuzione di interesse nei confronti della sessualità.
Il sesso è uno dei tanti bisogni fondamentali dell’uomo, ricorda a Today.it la psicoterapeuta e sessuologa dell’Istituto di sessuologia clinica di Roma, Roberta Rossi, però “tutte le scelte vanno rispettate. Il sesso non è più un istinto puro come una volta. È diventato un aspetto delicato, mediato da una molteplicità di fattori: dal luogo in cui si vive, dalla cultura, dalla storia personale di ognuno di noi. Poi c’è lo stress: siamo presi da un milione di cose, ma bisogna sapere che la sessualità va curata, che il desiderio non è sempre e solo una cosa spontanea, è un qualcosa che possiamo anche sollecitare”.
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“Internet può sviare”
Le richieste di aiuto sono aumentate conferma la sessuologa, specificando che prima c’era una prevalenza femminile mentre negli ultimi 10 anni la situazione si è stabilizzata. Si fa sempre meno sesso “per una concomitanza di fattori, ma la tecnologia è un bel diversivo. Oggi tutto quello che ci offre internet, dalle serie tv al porno, ci porta a sviare. Fruiamo la pornografia dal divano di casa scegliendo quello che più ci piace, a volte nemmeno scegliamo, ci va bene qualsiasi cosa. È una modalità di sessualità molto comoda che ci allontana dai rapporti con le persone”.
Per quanto riguarda il confronto con i modelli estetici dei social e le prestazioni nel porno la maggior parte dei ragazzi sa che la pornografia non è realtà, ma quelli più piccoli e più fragili non ne hanno piena consapevolezza. “Siamo bombardati dalla sessualità ma poi non diamo ai ragazzi gli strumenti per sviluppare un senso critico. Proprio per questo ritengo sia fondamentale introdurre l’educazione sentimentale a scuola, altrimenti rischiamo di diventare una società schizofrenica”.
A chi invece parla di uomini bloccati di fronte alla libertà sessuale conquistata dalle donne nell’ultimo mezzo secolo Roberta Rossi risponde che la teoria della “preda e del cacciatore risale ai tempi dell’uomo di Neanderthal. Sono discorsi vecchi che fanno soprattutto le persone adulte, quelle che non riescono a cogliere l’aspetto positivo che questa libertà può portare anche all’uomo. Cosa che invece i giovani non fanno perché si sono emancipati”.
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Fonte : Today