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Non sappiamo a che posto si piazzerà in classifica alla fine di questa serata, ma se questa finale di Eurovision 2024 doveva certificare il talento di Angelina Mango, allora ha fatto il suo dovere.
La cantante, arrivata a calcare il palco della Malmo Arena dopo la vittoria a Sanremo, si esibisce nella finale dell’11 maggio e la sua La Noia, a mesi di distanza, continua a non stancare, accompagnata da una messa in scena dall’enorme impatto visivo. Ma c’era chi aveva già notato un particolare a inizio serata e, se è vero che un evento come Eurovision è prima di tutto una questione di simboli, si tratta di un particolare per niente irrilevante.
Il richiamo alla bandiera palestinese di Angelina Mango
A inizio serata, nel momento della parata, c’è chi non ha potuto fare a meno di notare la scelta stilistica della cantante che, portando con sé la bandiera italiana, indossava un abito nero che, accostato al tricolore italiano, pareva richiamare in maniera piuttosto evidente la bandiera palestinese. Il dettaglio non è sfuggito a molti utenti sui social e non è da escludere che questa allusione non esplicita, oltre al suo valore simbolico, possa avere un peso sul voto continentale, a proposito della necessità di dare un ulteriore messaggio in chiave pacifista su un argomento che ha dominato questa edizione di Eurovision, ovvero le polemiche legate alla partecipazione di Israele e le prese di posizioni di molti artisti sul tema Palestina.
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Il video in cui Angelina Mango canta Imagine
D’altronde Angelina Mango si era già portata avanti col lavoro su questo tema. Molto era circolato il video della sua esecuzione dal vivo di Imagine ha lasciato il segno: “Sono qua perché vorrei veramente esprimere i miei pensieri a modo mio con le mie parole. Quando sono arrivata qui ho visto artisti proprio come me che vivono per la loro musica e parlano tramite la loro musica. Ieri notte mi sono esibita su quel bellissimo palco dell’Eurovision con il mio cuore pieno d’amore. Sono andata a letto così fiera di me stessa e di noi tutti. Ora voglio lasciar parlare la musica”.
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“L’avvenire è dei curiosi di professione”, recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare la realtà che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
Fonte : Fanpage