La strana alleanza tra Meloni e Schlein suggellata in tv

L’alleanza che non ti aspetti. Quella tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Intendiamoci, in pubblico continueranno a darsele (politicamente, s’intende) di santa ragione; ma nell’annuncio congiunto dei due uffici stampa sul duello televisivo nel salotto di Bruno Vespa (la data da segnare nel calendario è il 23 maggio), c’è molto di più di una nota di servizio riservata ai giornalisti. C’è un disegno politico che persegue, per ragioni diverse, la stessa finalità: polarizzare il più possibile lo scontro politico-elettorale in vista delle europee dell’8-9 giugno.

Le due donne forti della politica italiana, entrambe detentrici di record (Meloni prima donna presidente del consiglio, Schlein prima donna alla guida del principale partito della sinistra italiana), hanno tutto l’interesse a concentrare su di loro l’attenzione degli elettori per massimizzare l’esito elettorale e ripartire di slancio dopo il 10 giugno. Per provare a schiacciare, così, le offerte politiche alternative che si collocano nei rispettivi campi.

Partiamo dal fronte di Palazzo Chigi. Una vittoria netta di Fratelli d’Italia alle Europee, darà maggior autonomia alla leader nel portare avanti i dossier più delicati e gestire con maggiore efficacia il rapporto complicato con gli alleati di governo. In particolare con la Lega di Matteo Salvini, che i sondaggi mostrano in crisi (ma saranno le urne a certificarlo o meno).

Lo scontro diretto con Schlein serve alla presidente del consiglio anche per accelerare il percorso di accreditamento come erede politico di Silvio Berlusconi; o quanto meno come unica figura in grado di raccoglierne il testimone. Per fare questo Meloni ha bisogno di un’ampia affermazione che le dia la possibilità di mostrarsi come federatrice e garante del centrodestra in virtù anche di un lessico sempre più moderato, pragmatico e popolare. Nel senso di vicino al Partito popolare europeo, col quale Meloni dovrà inevitabilmente scendere a patti dopo le Europee se non vuole rimanere fuori dal ‘gran ballo’ della spartizione dei posti nella prossima Commissione UE.

Sul fronte delle opposizioni, invece, Elly Schlein ha bisogno, per analoghi motivi, di polarizzare su di sé il voto di chi non si riconosce nel governo in carica. Operazione che aveva già provato di attuare proponendo di inserire il proprio cognome nel simbolo del Pd, salvo poi fare retromarcia per le proteste di una parte del gruppo dirigente.

Il duello televisivo tra Meloni e Schlein 

Il duello televisivo con Giorgia Meloni le consentirà di riprovarci in modo diverso, offrendole la sponda per proporsi agli elettori come la rappresentante dell’unica forza politica che può contrastare la premier. Mediaticamente e politicamente. Con buona pace di quel Giuseppe Conte che il Pd continua a identificare come un proprio alleato, benché egli non sembri così intenzionato di accompagnare il suo Movimento 5 stelle fin sull’altare delle nozze con i Dem.

Questa polarizzazione, poi, complica le cose anche per la galassia degli altri partiti di opposizione. A partire dall’alleanza Verdi-Sinistra italiana, che ha presentato un’agguerrita pattuglia di candidati alle elezioni europee (ex sindaci di fama nel mondo del Pd come Ignazio Marino, Mimmo Lucano e Leoluca Orlando), capeggiata da Ilaria Salis, divenuta icona di una fetta considerevole della sinistra nostrana. Una formazione che potrebbe erodere qualcosa alla sinistra del Pd.

Il tentativo di trasformare le Europee in un referendum tra Giorgia e Elly ha nel mirino anche i partiti della famiglia liberale di Renew Europe. E quindi Azione di Carlo Calenda e la lista Stati Uniti d’Europa, di Emma Bonino e Matteo Renzi. Partiti quotati tutti tra il 3 e il 5% che si muovono sul fronte dell’opposizione al governo Meloni facendo concorrenza al Pd.

Estremizzare il confronto con Meloni per Schlein significa tentare di togliere legittimità alle altre opposizioni e ribadire agli italiani che, se un giorno voranno liberarsi dalla maggioranza meloniana, avranno un solo modo per farlo: usare il Pd.

Fonte : Today