Chi è Pau Cubarsí, da ex falegname a nuovo “Golden Boy” del Barça (con 500 milioni di clausola rescissoria)

Non solo Lamine Yamal. Il nuovo corso del Barça, improntato sulla linea verde e sui prodotti calcistici creati nel florido laboratorio della Masia, può contare su un altro diamante di caratura eccezionalmente pura. Cambia il settore di competenza, ma non il talento: e Pau Cubarsí, diciassette anni compiuti all’inizio di gennaio, ci ha messo poco a mostrarlo con la maglia della prima squadra blaugrana, dove è stato convocato per la prima volta all’inizio di questa stagione finendo per prendersi il posto da titolare nella retroguardia della formazione catalana seppur in una stagione che di soddisfazioni ne ha regalate pochine.

Arrivato al Barcellona dalla cantera del Girona all’età di undici anni, ha subito incantato per personalità e determinazione. A distanza di poco meno di un lustro aveva già fatto il suo esordio nella squadra giovanile del club in occasione della prestigiosissima Youth League, per poi prendersi il posto da titolare nelle selezione Under 17 iberica sia agli Europei che ai Mondiali. Xavi comincia a convocarlo con i “grandi”, e qualche giorno prima di soffiare su diciassette candeline lo lancia tra il primo ed il secondo tempo del match degli ottavi di finale di Coppa del Re contro l’Unionistas, al posto di Christensen. Battesimo coi fiocchi: impeccabile dietro e assist per il 2-1 a beneficio del compagno di reparto Koundé, tanto da convincere il tecnico del Barcellona a concedergli la maglia da titolare tre giorni dopo in campionato a Siviglia, nel 4-2 al Betis.

Il resto è storia recente: dall’esordio in Champions contro il Napoli con tanto di premio di Mvp (e record di precocità come giocatore più giovane a debuttare nella fase ad eliminazione diretta della più importante competizione europea per club), a quello nella nazionale delle “Furie Rosse” dove si è ritagliato minutaggio contro Colombia e Brasile, quindi il ruolo di pedina inamovibile nello scacchiere del Barça, coi tifosi che rivedono in lui l’ex colonna blaugrana Piqué sebbene lui abbia dichiarato di ammirare Puyol, per restare in tema di monumenti.

In linea con la politica dei club spagnoli, con il rinnovo del contratto siglato con la società catalana si è impennata anche la sua clausola rescissoria, prima ferma a 10 milioni. Ora per stracciare l’accordo appena prolungato ne serviranno 500, la metà di quelli che servirebbero per Pedri e 200 in meno della cifra stabilita dalla dirigenza per rinunciare in passato a Leo Messi. Ragionamenti da affrontare sulla carta ma di difficile applicazione pratica, visto che Cubarsì ha dichiarato amore verso il sodalizio che lo ha svezzato e lanciato. E lo ha anche escluso dagli…affari di famiglia, visto che prima di dedicarsi full time al calcio dava una mano nella falegnameria accanto a suo padre, in un’azienda del legno nata oltre 100 anni fa. Magari l’arte dell’intaglio avrà perso un provetto interprete, ma di certo gli attaccanti più forti d’Europa hanno trovato pane per i loro denti. Probabilmente molto più duro da masticare del legno.

Fonte : Today