Più sottili (ovvero più leggere), più flessibili, più efficienti, più economiche. È l’identikit delle “future” celle solari di Cesi, sviluppate per rispondere al boom della space economy e alle nuove frontiere del mercato dei satelliti e dell’esplorazione spaziale. Parametri importanti per qualsiasi applicazione, ma addirittura vitali nel caso di quelle aerospaziali, dove l’1% di efficienza in più – ha detto l’Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia, Massimo Comparini – può essere il discrimine tra il fare o non fare una missione.
Comparini era tra i partecipanti dell’annuncio dell’accordo di Cesi con ASI, l’agenzia spaziale italiana, nell’ambito di uno dei contratti del programma Space Factory 4.0 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), finanziato dall’Unione europea e gestito dall’Agenzia Spaziale Italiana, relativo proprio alle celle solari di nuova generazione. Presentato nella sede milanese di Cesi (l’asset industriale più esteso del capoluogo lombardo) alla presenza del Presidente di ASI Teodoro Valente, e dell’astronauta Roberto Vittori, il contratto, a supporto della filiera per la realizzazione di componenti e sotto-sistemi di satelliti, ha un valore di circa 13 milioni di euro.
Obiettivo dell’intesa è l’incremento della capacità produttiva di celle solari per i satelliti. “Un vanto di Cesi da più di 30 anni: siamo il primo gruppo ad aver fatto volare nello spazio celle solari. Quasta expertise ha reso il Gruppo uno dei principali fornitori internazionali di celle solari spaziali” ha dichiarato il padrone di casa, l’AD Domenico Villani.
Cesi nel corso di questi anni ha prodotto oltre 200.000 celle solari, che alimentano oltre 100 satelliti.
“Grazie all’accordo con Asi, i cui primi frutti si vedranno già a fine anno, saremo in grado di equipaggiare 8 satelliti al mese” continua Villani.
Le celle spaziali standard attuali, a tripla giunzione hanno un’efficienza tipica del 30%, per le prossime, a quattro giunzioni e dello spessore di un capello, si prevede di arrivare al 35%.
Celle solari così sottili e flessibili che, ha detto l’astronauta Vittori, non è fantascienza è pensare di poterle applicare alle nuove tute spaziali, già ora usate per l’elettrostimolazione del corpo in modo da combattere gli effetti della microgravità su muscoli e ossa degli astronauti, per alimentare missioni extraveicolari degli astronauti, nell’ottica delle missioni sulla Luna e, in futuro, su Marte.
Fonte : Repubblica