Aldo Spinelli: chi è il re della logistica che ha inguaiato Giovanni Toti

“Non abbiamo spazi e questo fa raddoppiare i costi: bisogna allargare i moli verso il mare come fanno tutti i grandi porti del Nord Europa. Le leggi in Italia in questo senso sono spaventose, abbiamo miliardi fermi che possono fare ripartire il porto e poi sentiamo che manca il lavoro per i portuali. Le cale vanno tombate”. Sono le parole di Aldo Spinelli, intervistato un anno fa dall’emittente genovese “Primo Canale”. L’imprenditore è il vero e proprio fulcro dell’inchiesta che ha portato ieri, martedì 7 maggio, agli arresti domiciliari il governatore ligure Giovanni Toti. E se il problema erano gli spazi all’interno di uno dei porti più grandi d’Europa, l’accusa che gli muove la Procura è quella di aver movimentato soldi per ottenerli, finanziando il comitato elettorale di Toti e corrompendo l’allora presidente dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini. 

“O sciù Aldo” l’imprenditore che da Genova ha conquistato la logistica italiana

In tutte le intercettazioni della Procura, Aldo Spinelli figura semplicemente come “Aldo”: così lo chiamano i protagonisti del’inchiesta, dal governatore Toti al presidente dell’autorità portuale. Lo stesso appellativo che si può destinare a un familiare o a un amico di lunga data. Classe 1940, Aldo Spinelli nasce a Palmi in Calabria ma vive, fin da bambino, a Genova. Diventa imprenditore a metà degli anni ’60. È l’Italia del miracolo economico e Genova è il porto che alimenta la rampante industria del Nord Italia. Nei suoi vicoli si scrivono canzoni indimenticabili e si fanno affari che preludono a futuri imperi economici. Il fulcro è quasi sempre lo stesso: il controllo del porto e delle sue attività.  “A Genova un’area portuale vale quasi come via Montenapoleone a Milano, è oro” dichiara a Today.it Ferruccio Sansa, giornalista ed ex sfidante di Giovanni Toti. 

Spinelli lo sa bene. Non ha alcuna dinastia alle spalle: il papà è un semplice nostromo che muore in un naufragio nell’Oceano Atlantico a soli 42 anni. Da ragazzo firma cambiali per rilevare l’Almea, una ditta dedita al trasporto di legnami: è il 1963 e sarà l’inizio della sua fortuna. Il giovane imprenditore intuisce che i camion e i container del porto di Genova sono un volano eccezionale di profitto. Oggi il gruppo Spinelli è un vero colosso della logistica: il fatturato valeva nel 2022 oltre 133 milioni di euro. E se il quartier generale è situato a Genova, le sedi sono ormai dislocate in tutta Italia da Livorno a Napoli fino a Cagliari.

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È conosciuto nel capoluogo ligure come “O sciù Aldo”, ovvero “Il signor Aldo”. La sua figura diventa familiare in città grazie ai successi economici, ma non solo. Come molti imprenditori della sua generazione intravede nel calcio un formidabile veicolo di consenso e popolarità e nel 1985 diventa presidente del Genoa che, sotto la sua gestione, passa dalla serie B a disputare una finale di Coppa Uefa. Lascia nel 1997, ma nel suo destino c’è un’altra squadra di calcio: non può che essere un’altra città portuale. Spinelli diventa nel 1999 presidente del Livorno. La sua avventura come presidente della squadra toscana dura 21 anni e finisce nelle polemiche. Quando lascia la squadra toscana è ormai in serie C e molti tifosi si sentono traditi: nel 2021 la società finisce in liquidazione.  

L’imprenditore paternalista che corrompe con viaggi e regali extralusso 

Lo scenario è (quasi) sempre lo stesso. Il luogo dove Aldo Spinelli tratta e costruisce la rete di rapporti politici che gli vengono contestati è sempre il suo yacht “Leila 2”. Qui i suoi interlocutori sono invitati per sontuosi pranzi e colazioni. E il rapporto con alcuni di loro è di tipo quasi paternalistico.

“Devo fare un bonifico a saldo per il matrimonio e ho già fatto settanta mila euro di spese e… resta un ‘buco’ da tremila ottocento euro e io questi soldi non li ho più” si legge in una delle intercettazioni della Procura. A parlare è l’ex presidente dell’autorità portuale genovese Paolo Emilio Signorini e il tema è quello nientemeno del matrimonio della figlia. La risposta di Spinelli non si fa attendere: “Paolo, stasera vieni a casa mia te li do i soldi non è un problema…”.

Spinelli elargisce una lunga lista di “favori” e le strade hanno tutte un’unica destinazione: Montecarlo. Qui Signorini usufruisce di soggiorni in hotel extralusso, fiches per il casinò, champagne, cene esclusive. Nelle carte figura anche uno smartwatch acquistato per una sua amica: “300, di più non spendere. Sì, uno piccolo da 300… me ne vai a prendere uno da donna?” chiede Spinelli con un suo collaboratore dopo aver espresso giudizi sessisti sulla signora. Il tutto è ordinato con un’attenzione certosina. Leggendo le carte si ha più l’impressione di trovarsi di fronte un imprenditore esperto di turismo, viaggi extralusso e regali esclusivi, piuttosto che a un leader della logistica.

Eppure tutto ciò è funzionale a ottenere quello che per Spinelli è da sempre l’obiettivo principale: ottenere più spazi possibili all’interno del porto. E il primo punto è il rinnovo della concessione del “Terminal rinfuse” di Genova. Situato nel cuore del porto è il gate di accesso per i prodotti alla rinfusa, e non solo, che transitano da e per il Nord Italia. Qui vengono sbarcati e imbarcati, stoccati e caricati su automezzi prodotti come carbone, sale da disgelo, sabbie silicee, cemento e molto altro. Si sviluppa su una superficie di 98mila metri quadri e sono presenti due magazzini coperti di circa 15mila metri quadri.

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Spinelli vuole riaggiudicarsi l’appalto per 30 anni: per questo alla fine del 2021 trasforma la vita del presidente dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini in una lunga vacanza e invita il presidente Toti sul suo yacht. E i toni sono sempre perentori: sembrano quasi suggerire che i presidenti di Regione e le autorità passino, lui invece è tra i padroni del porto da quasi 60 anni. Un particolare che traspare chiaramente da un’intercettazione. 

“Io sono buttato in barca da…da Aldo, quando gliela portiamo sta proroga in comitato” afferma Toti al telefono con Signorini. È ospite dello yacht dell’imprenditore e il riferimento è al comitato di gestione dell’area portuale che deve discutere delle concessioni. Signorini risponde a Toti che tutto verrà chiuso nel giro di due settimane. A quel punto è di nuovo il presidente della Regione Liguria a rispondere ridendo: “Lui (Aldo Spinelli n.d.r.) dice che due settimane son tante”. La proroga trentennale in favore di arriverà il 2 dicembre del 2021 alla società Terminal Rinfuse Genova S.r.l. controllata al 55% dal gruppo Spinelli. In cambio, come è noto, l’imprenditore avrebbe fatto versare al comitato elettorale di Toti 74mila euro, almeno secondo la tesi della Procura. Ma non è il solo dossier in mano ai magistrati, perché lo spazio all’interno del porto genovese è da sempre il problema numero uno del leader della logistica genovese. 

Le mani sul porto e sulla costa 

Le richieste di Spinelli si articolavano su più spazi. Tra le varie pressioni che l’imprenditore esprime nei confronti della politica figura anche il tombamento di Calata Concenter, approvato nel luglio 2022. Si tratta di uno spazio di mare tra le banchine del Terminal Rinfuse e dell’ex carbonile di proprietà dell’Enel, poi affidato all’imprenditore nel dicembre 2022. Ma nel mirino di Spinelli c’è anche un’area data in gestione ad “Autostrade per l’Italia”. E per chi lo “aiuta”, come Emilio Paolo Signorini oltre a viaggi extra-lusso ci sono anche laute ricompense: “Noi ti facciamo un contratto con un ufficio a Roma di 300mila euro all’anno” prometteva Spinelli al telefono a Signorini al termine del suo incarico nell’Autorità Portuale. 

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Ma forse il lato dove emerge maggiormente il carattere dell’imprenditore è sulla vicenda della costruzione degli appartamenti extralusso sulla costa di Punta dell’Olmo, promontorio tra i più belli ed esclusivi della Liguria che abbiamo già raccontato qui. “Sto pranzando con l’intera famiglia Spinelli. Bisogna trovare una soluzione per la spiaggia lì del…di Punta dell’Olmo” afferma Giovanni Toti dalle intercettazioni. Passano pochi mesi ed è lo stesso presidente della Regione a richiamare l’imprenditore: “Guarda che abbiamo risolto il problema a tuo figlio: quando mi inviti in barca?” Nelle carte Toti allude alle prossime elezioni e al bisogno di ricevere una “mano”. La risposta non si fa certo attendere: “Quando vuoi! Dimmi te quando vuoi…vieni tutti i giorni, io sono in barca…”. Del resto come disse un grande cantautore genovese “Chi guarda Genova sappia che Genova si vede solo dal mare”. Aldo Spinelli per ora dovrà vederla da casa: da ieri, mercoledì 8 maggio, lo Sciù Aldo è agli arresti domiciliari. 

Continua

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Fonte : Today