Marco Reus e la “last dance” a Dortmund: una Champions da vincere, l’Italia o gli Stati Uniti nel futuro

Un cerchio che si chiude, per una storia d’amore che non finirà mai. La “Last Dance” di Marco Reus con il Borussia Dortmund avrà come location lo stadio di Wembley, che è anche il luogo del misfatto. L’impianto che ha ospitato una delle maggiori delusioni della sua carriera, ovvero quella finale di Champions della primavera 2013 persa nel derby tedesco contro il Bayern Monaco ad una manciata di minuti dal triplice fischio, che avrebbe spedito le due contendenti ai supplementari. Era la sua prima stagione in giallonero, perlomeno come membro della prima squadra visto che nel settore giovanile dei Schwarzgelben ci aveva passato l’intera giovinezza senza però essere stato mai promosso. Arriveranno nei anni successivi due Supercoppe nazionali e tre coppe di Germania, mai la Bundesliga – sfuggita dodici mesi fa, anche in quel caso, in zona Cesarini all’ultima tornata di gare – e nemmeno una soddisfazione continentale, perché le “Api” negli ultimi due lustri non si sono mai avventurate oltre i quarti.

Dopo 425 partite e 169 reti, ed un addio già scritto – nessun prolungamento del contratto in scadenza a giugno – l’ultima maglia giallonera indossata coincide per Reus con quella che diventa, di nuovo, la partita più importante della sua vita. Che sembra anche una sorta di risarcimento per qualche infortunio di troppo che lo ha limitato, per la sfiga manifestatasi sotto forma di problemi fisici che – limitandosi alla sola Nazionale – gli hanno fatto saltare sia Euro 2021 che gli ultimi mondiali del Qatar (persi per un problema alla caviglia, lo stesso che lo obbligò a dare forfait all’edizione iridata del 2016), quasi un premio alla carriera di un giocatore che il “Kaiser” Beckenbauer definì come uno dei migliori interpreti nel ruolo al fianco di Götze e che provò – inutilmente – a portare al Bayer Monaco.

Una finale che il Borussia Dortmund proverà a vincere, replicando il trionfo del 1997 ottenuto contro la Juventus che arrivò all’atto conclusivo di quella Champions da campione in carica. Con Reus pronto a dare il suo contributo come finora ha fatto in quest’annata in poco più di duemila minuti sul rettangolo di gioco, durante i quali ha sfornato nove assist e realizzato otto reti. E visto che siamo in tema di coincidenze, sarà lì a ventiquattro ore di distanza dal suo trentacinquesimo compleanno, che festeggerà in Inghilterra la vigilia dell’incontro. Poi, arriverà il tempo di fare le valigie. Non vuole smettere Woodyinho, soprannome coniato per via della sua somiglianza con Woody Woodpecker, personaggio dei cartoni animati. Samir Nasri – ex fantasista transalpino – ha svelato di averci parlato e che la sua probabile destinazione saranno gli Stati Uniti, quella Major League che ha accolto tanti campioni come lui. I club italiani, intanto, restano vigili con il Milan in testa: la voglia di calcio di Reus è troppa per smettere. Ed anche per provare a togliersi qualche altra soddisfazione.

Fonte : Today