Il ponte di Baltimora potrebbe rinascere anche grazie all’ingegno italiano. Infatti, il disegno del nuovo Francis Scott Key Bridge, crollato a marzo a causa dello schianto di una nave, è stato pensato e ideato dallo studio di design Cra-Carlo Ratti Associati insieme all’ingegnere Michel Virlogeux e il supporto del colosso internazionale nelle costruzioni Webuild.
La rinascita dopo il crollo
Il ponte di Baltimora è crollato lo scorso 26 marzo. Nella mente di tutti sono rimaste impresse le immagini della nave cargo Dali che urtando contro il ponte ne ha causato il crollo. Dall’incidente, che ha sbriciolato il Francis Scott Key sono caduti in acqua sette veicoli, facendo altrettante vittime. Il presidente statunitense Joe Biden ha deciso di lanciarsi nella volontà di ricostruirlo al più presto con fondi del governo federale.
Il nuovo progetto
Il nuovo progetto presentato dallo studio di Carlo Ratti mette in cima la sicurezza, per evitare che un altro incidente come quello dello scorso marzo si possa ripetere. Innanzitutto, modificandone l’ingresso allo storico porto di Baltimora. Dopodiché, il vecchio Francis Scott Key, che era stato inaugurato nel 1977, già possedeva una delle campate più grandi al mondo di 366 metri. Adesso, con il nuovo ponte si vorrebbe non solo ampliare la campata principale, ma anche i pilastri di sostegno saranno ancorati in acque basse, ben lontani dal canale dove navigano le navi. Sarà prevista una corsia aggiuntiva in ciascuna direzione, che ne consentirà un migliore flusso di traffico.
Il cuore italiano
L’idea di questo nuovo ponte nasce dal Carlo Ratti, che insegna Practice of Urban Technologies and Planning presso il Massachusetts Institute of Technology di Boston, dove dirige il Mit Senseable City Lab. Il professor Ratti ha lanciato il progetto Good Vibrations dove ha studiato delle soluzioni innovative per monitorare la sicurezza strutturale dei ponti utilizzando i dati dei cellulari. A questo si associa anche l’intervento di Virlogeux, che ha progettato diversi ponti in giro per il mondo, come per esempio il Ponte Vasco da Gama di Lisbona. Infine, a costruire si candida Webuild, colosso italiano già noto come Salini-Impregilo e impegnato nella ricostruzione record del Ponte Morandi di Genova.
Fonte : Wired