Ascolteremo 17 canzoni e solo dieci paesi per ognuna delle due semifinali saranno ammessi alla finalissima di sabato 11 maggio. Ad esclusione delle nazioni già qualificate di diritto, le cosiddette Big 5
La prima semifinale dell’Eurovision Song Contest (TUTTE LE NOTIZIE) vede esibirsi 17 nazioni. La performance di ogni artista sarà preceduta da una postcard che, dopo aver mostrato in sequenza due storici successi eurovisivi del suo paese, permetterà agli artisti di presentarsi come se facessero un post su un social network.
Cipro, Silia Kapsis con Liar – VOTO 6
E’ l’artista più giovane di questa edizione e porta sul palco l’accettazione del dolore amoroso. E’ molto popstar, sceglie il look bianco e gioca molto sulla ritmica. La sua performance è molto da musical e finisce un po’ in stile villaggio turistico. Ma mostra una sicurezza e una maturità inusuali per la sua età.
Serbia, Teya Dora con Ramonda – VOTO 7
Una canzone di solitudine che parte da un fiore che sa sopravvivere alla siccità. La tonalità melanconica e una scenografia crepuscolare danno forza all’esibizione. Un brano di resilienza.
Lituania, Silvester Belt con Luktelk – VOTO 5
Una nenia armonica e una staticità fisica inusuali per un palco così esplosivo. Sembra uscito da un video di trent’anni fa. Peccato perché ha una tonalità originale. Sul finale il ritmo si accende ma è un po’ tardi per arrivare al cuore.
Irlanda, Bambie Thug con Doomsday Blue – VOTO 5
La sete di vendetta di Bambie ricorda un po’ troppo le atmosfere nordiche di Bjork. C’è un qualcosa di gotico, una sensazione di Vahalla ma non siamo nella mitologia norrena. Una sensualità crepuscolare deja-vù. Una urlatrice.
Regno Unito, Olly Alexander con Dizzy – VOTO 5
Distopica, conturbante e disturbante, la performance dell’inglese non aggiunge nulla alla storia della musica, sembra un video degli anni Ottanta. Meglio il nostro Olly!
Ucraina, Alyona Alyona & Jerry Heil – Teresa & Maria – VOTO 6+
Una scelta anomal, coraggiosa. Poca spettacolarità e tanta voce. Il finale con quei corpi che formano un unicum sembrano una creazione di Marina Abramovic.
Polonia, Luna con The Tower – VOTO 5/6
Un po’ Interstellar un po’ il Minotauro resta in quel limbo tra passato e modernità che disorienta. Dove è la luna? Dove è la torre? Cercasi stella polare per orientarsi.
Croazia, Baby Lasagna con Rim Tim Tagi Dim – VOTO 5
Una festa di paese, una grande caciara, una danza popolare. Il ritmo è ripetitivo e la fusione dei generi che dovrebbe essere il valore aggiunto diventa una ricetta che non trova la sua amalgama.
Islanda, Hera Bjork con Scared of Heights – VOTO 5
La leggenda aurea è destinata a restare tale. Forse meglio (ri)leggersi quella di jacopo da Varagine. L’Islanda non disvela alcun mistero, e dire che ne cela tanti, e questa artista dalla bella voce resta una dea inespressa.
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Germania, Isaak con Always on the Run – VOTO 5
Forse ilassato perché già in finale di diritto non mostra elementi che fanno la differenza. Peccato perché poteva avanzare una candidatura importante.
Slovenia, Raiven con Veronika – VOTO 6/7
Presenza scenica importante, una gestualità che cattura e uno sgurado mefistofelico. Si perde un po’ in un finale troppo urlato.
Finlandia, Windows95Man con No Rules! – VOTO 5
La versione finlandese di Aldo, Giovanni e Giacomo. Grotteschi e caricaturali come estica, musicalmente sono stagionati. Se così si manifesta un mondo senza regole, forse è meglio essere regolamentati!
Moldavia, Natalia Barbu con In The Middle – VOTO 7
Come Ursula Andress in Licenza di Uccidere annichilisce per la sua bellezza senza ostentazione. Gioca con la voce con naturalezza e in una serata in cui si può osare baratta un corpo di ballo con un violino. Sublime.
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Svezia, Markus & Martinus con Unforgettable – VOTO 5
I padroni di casa paiono due attori di avanspettacolo che preseniziano a un after show: tanti sorrisi e poca grinta. Ma tanto in finale ci sono già di diritto.
Azerbaigian, Fahree feat. Ilkin Dovlatov con Özünlə Apar – VOTO 5/6
In gergo si chiama accademia. O manierismo. Uno sfoggio di bella voce ma che non arriva al cuore. Un Blade Runner costruito nel periodo dei saldi.
Australia, Electric Fields con One Milkali (One Blood) – VOTO 7
Il ritmo arriva in Svezia dall’altra parte del mondo. Un Funky-Blues originale graffiato dall’elettronica. In una serata non eccelsa la loro originalità è una stella cometa. Una modernità ancestrale unica.
Portogallo, Iolanda con Grito – VOTO 6/7
Sembra di essere nel film The Others di Alejandro Amenábar: chi è di qua e chi di là? Il bianco della scenografia abbaglia, la voce accarezza e l’acuto che prelude il finale stordisce.
Lussemburgo, Tali con Fighter – VOTO 8
Finisterre direbbe Eugenio Montale. Alla fine della terra, alla fine di questa prima semifinale arriva la perla. Questa ragazza classe 2000 che dopo 31 anni riporta Lussemburgo all’Eurovision crea l’armonia degli elementi e ammalia. Laurea con lode!
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Fonte : Sky Tg24