Quasi tutti maschi, molto attivi su Facebook: chi sono i follower di Vannacci sui social

Candidato della Lega alle prossime elezioni europee dell’8-9 giugno 2024, il generale spezzino Roberto Vannacci è decisamente fra le persone di cui più si parla e che più fa parlare in vista dell’appuntamento con le urne.

Se ne parla tantissimo anche sui social network, ma come? In quali termini? E su quali piattaforme? Per cercare di capirlo, quando manca un mese al voto, ci siamo rivolti agli analisti di DeRev, società specializzata in strategia e comunicazione digitale, gli stessi che ci hanno aiutati ad approfondire il caso Ferragni oppure anche a prevedere esattamente chi avrebbe vinto l’ultimo Festival di Sanremo. Di seguito, un po’ di numeri e qualche considerazione.

facebook: un post recente di Vannacci

L’immagine costruita su Facebook

Al momento in cui scriviamo, Vannacci ha poco meno di 7mila follower su Facebook, che resta ampiamente il social dove ha maggiore successo, che si uniscono ai circa 20mila della pagina personale: fa in media un post ogni due giorni (poco più di 50 da inizio anno) e ha invidiabili valori di engagement (7,2%) e di interazione (17%, oltre 30mila da inizio anno), soprattutto se rapportati all’esigua community.

Su Instagram, il profilo ufficiale ha poco meno di 10mila follower: Vannacci posta quasi una volta al giorno (oltre 100 contenuti da inizio anno) e ha buoni livelli di engagement e di interazione, anche se non paragonabili a quelli su Facebook e rispettivamente del 4,3% e del 12% (per un totale di oltre 50mila interazioni da inizio anno).

Il più antico fra i social è anche quello su cui risultano maggiormente attivi i suoi follower, che si fanno invece sentire in misura minore su YouTube e minore ancora su Instagram; il suo pubblico è quasi del tutto assente da TikTok e da LinkedIn.

Un candidato da uomini

Ma che pubblico è, il pubblico di Vannacci? È composto per la stragrande maggioranza da maschi, secondo quel che emerge dalle rilevazioni di DeRev: il 93,3% della sua audience online è fatta da uomini, mentre solo il 6,67% sono donne. Quanto alla fascia d’età, conferma la distribuzione sui vari social: il 48% di chi interagisce con lui ha più di 45 anni, il 28% sta fra i 35 e i 44 anni (i cosiddetti Millennial), mentre il 23% sta fra i 25 e i 34 anni. Sotto i 25 anni, praticamente nessuno sa chi sia o comunque gli dà attenzione sui social.

Su Google, le ricerche che lo riguardano hanno avuto picchi di interesse anche molto recenti, particolarmente fra il 25 Aprile e il Primo Maggio e con query legate al suo nome abbinato a parole o concetti come libro, disabilità, grado militare, Matteo Salvini ed Europee.

C’è un dato che emerge dall’analisi e che potrebbe sembrare preoccupante ma per Vannacci non lo è: fra i contenuti che lo menzionano nell’ultimo mese, il 90% hanno un sentiment negativo, mentre solo il 10% è di sostegno o ammirazione. Consapevole o meno, è probabilmente una strategia, come ci hanno confermato da DeRev: “Avanza facendosi contrastare, ma attraverso il contrasto guadagna in fama e ciò gli permette di arrivare a quella minoranza, fatta soprattutto di uomini che si riconoscono in un machismo di vecchio e basso stile, che alla fine potrebbe essere sufficiente per un posto al Parlamento Europeo”.

instagram: un post recente di Vannacci

Consenso che nasce dal dissenso

I suoi profili pubblici (che sono quelli su cui si riescono a fare le rilevazioni) sono troppo recenti per poter valutare quanto la sua popolarità sui social sia aumentata nell’ultimo anno, ma una cosa è certa: “Vannacci ha fatto tesoro dei risultati della pubblicazione del libro. Allora pensava probabilmente a dare sfogo alle sue idee, immaginando che avrebbe avuto visibilità ma forse non così ampia e diffusa come quella che ha effettivamente avuto – ci ha fatto notare Roberto Esposito, CEO di DeRev – Da un giorno all’altro è diventato un personaggio nazionale e ha capito che poteva ripetere lo schema”. Ancora: “Complice Salvini, che è ben abituato a cavalcare i trend e che probabilmente ha deciso di candidarlo proprio per questo, Vannacci ha compreso che la via della provocazione è particolarmente redditizia”.

Come detto, potrebbe sembrare una strategia perdente ma qui risulta vincente: “Entrare a gamba tesa nel mondo del politically correct, decimandone un caposaldo dopo l’altro, non ha di per sé alcuna promessa di efficacia, ma la ottiene quando gli interlocutori, invece di ignorare l’iniziativa, ne favoriscono l’emersione. Vannacci è un prodotto di chi lo denuncia indignato”, ci ha detto ancora Esposito.

Confermando una sensazione che si percepisce guardando i dati: “Di per sé non avrebbe niente, né i numeri social né una reputazione pregressa, né seguaci o strutture alle spalle. Senza un interlocutore che abbocca, non potrebbe stare fra gli opinion leader. Se riesce a starci e a essere una voce altisonante è perché altri gli cedono la loro. A partire dal PD, che invece di girarsi dall’altra parte, non fa che nominarlo e chiamarlo in causa”.

@capoema

Fonte : Repubblica